Coraggio e determinazione. Con ben chiaro in mente e nel cuore, sempre, in ogni momento, il forte senso di responsabilità che impegna nell’attività di volontariato umanitario in zone di guerra, per ridare speranza a persone stremate da un conflitto che non sembra avere fine. Fino ad ora l’impegno umanitario in favore della popolazione irachena aveva garantito loro la sicurezza. Una giornata di duro lavoro fianco a fianco con i colleghi iracheni che inizia alle 7 del mattino. Cena alle 22.00, poi il coprifuoco. Questa la giornata di Simona Pari e Simona Torretta, le due Simone come affettuosamente le chiamano in tanti a Bagdad, volontarie dell’organizzazione non governativa “Un ponte per…”. 29 anni, dopo una laurea in filosofia e un master in cooperazione e sviluppo, giornalista pubblicista, Simona Pari ha deciso di mettere se stessa al servizio delle vittime della guerra. Prima nei Balcani, poi in Afganistan, infine a Baghdad dove si trova da circa un anno. Qui è coordinatrice di progetto per l’organizzazione “Un ponte per”. Simona Torretta, anche lei 29enne, si trova in Iraq già da 10 anni ed è la responsabile di “Un ponte per…” nella capitale irachena. Dopo essersi diplomata all’accademia delle belle arti, si è iscritta alla facoltà di antropologia culturale, non mancando mai di mettere al primo posto il grande impegno profuso nell’attività umanitaria di volontariato. Con l’esplosione del fenomeno dei sequestri, in aprile avevano lasciato l’Iraq per motivi di sicurezza per farvi ritorno a fine giugno, continuando a rifiutarsi, come avevano sempre fatto, di dotarsi di una vigilanza armata.
Riproduzione riservata ©