Con l'avvicinamento della squadra guidata dalla portaerei Vinson, alla penisola coreana, la tensione cresce a livelli mai visti, in questi ultimi anni. Difficile immaginare che Pyongyang possa astenersi da una rappresaglia, in caso di uno strike americano, del tipo di quello visto in Siria. A quel punto gli scenari sarebbero imprevedibili. La Cina prova a gettare acqua sul fuoco. Il Presidente Xi Jinping, in un colloquio telefonico con la Casa Bianca, ha detto che Pechino “richiede che si si risolva la questione attraverso il dialogo”. E non è mancato un monito a Kim Jong-Un, a cui è stato intimato di astenersi da ulteriori provocazioni, come un altro test nucleare. Ma il “nuovo” Trump – ormai convertito ad una agenda interventista di stampo Neocon – non sembra troppo convinto. “Stiamo inviando un'Armada, molto potente”, ha dichiarato ai microfoni di Fox Business Network; nel corso della stessa intervista ha definito Assad un “animale”; Vladimir Putin – ha aggiunto - sta dando il suo sostegno ad una persona diabolica. Tutto ciò mentre era in corso un incontro decisivo – a Mosca – tra Rex Tillerson e il ministro agli esteri russo. Al centro del confronto il dossier siriano, surriscaldatosi dopo l'azione unilaterale americana contro la base aerea di Shayrat. “Tra i nostri due Paesi permangono profonde differenze”, ha detto il Segretario di Stato americano, che ha auspicato tuttavia che la linea di comunicazione Washington-Mosca rimanga sempre aperta. Durissimo, invece, Lavrov: “l'attacco illegale alla Siria è molto preoccupante – ha dichiarato -. Le nostre politiche sono formulate esclusivamente sulla base del diritto internazionale e non sotto l'onda di motivi opportunistici o false scelte: con noi o contro di noi”. E pensare che – fino a una settimana fa – il tema di questo incontro sarebbe dovuto essere la lotta congiunta contro il terrorismo islamista, che – nel frattempo – continua a colpire. E' ritenuto un simpatizzante dell'ISIS, il 25enne iracheno accusato – dalle Autorità tedesche – dell'attacco al bus del Borussia Dortmund. Gli ordigni sarebbero stati comandati a distanza, avevano una capacità esplosiva di circa 100 metri e contenevano punte di metallo.
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