Dopo due giorni di sospensione, torna la conferenza stampa del Gruppo di coordinamento per le emergenze sanitarie. Nelle ultime 24 ore non ci sono stati decessi. Tre i tamponi positivi sui 15 effettuati negli ultimi due giorni. I pazienti positivi diventano così 283; 38 i ricoverati in ospedale (cinque in meno rispetto a ieri), di cui 16 in rianimazione e 22 nell'area di isolamento (diminuiscono di 6). A domicilio sono seguiti 245 pazienti (6 in più). Quattro le nuove dimissioni. Il numero dei guariti rimane lo stesso: 53. 593 le quarantene attive (62 coinvolgono personale sanitario, 8 le forze dell'ordine). 1388 i tamponi totali effettuati a cittadini sammarinesi.
Visto il calo dei pazienti nell'area di degenza, si sta valutando di spostare qui alcuni pazienti presenti oggi in terapia intensiva, “sempre mantenendo tutte le sicurezze del caso”, sottolinea il dottor Rinaldi. Il dirigente dell'Authority sanitaria premette che occorrerà anche ragionare sui chi ad oggi è risultato negativo perché sarebbe più a rischio in caso di riapertura delle attività. “Sempre che – afferma Rinaldi - la protezione anticorpale funzioni”.
Sul via libera dell'Aifa alla sperimentazione sull'anticoagulante Eparina, Rinaldi ha fatto presente che può essere utilizzata sia per prevenire che per curare le embolie polmonari. “Questo l'uso principale”, dice. Occorre fare molta attenzione all'uso perché scioglie sì i coaguli, ma può anche portare emorragie. “Si è iniziato uno studio a Bologna per l'utilizzo su alcuni pazienti Covid-19 e aspettiamo evidenze”, conclude Rinaldi.
Al tavolo anche la dottoressa Loredana Stefanelli, Direttore Medicina Interna, che ha evidenziato i notevoli cambiamenti che ha dovuto affrontare il suo Reparto dal 25 febbraio, giorno del primo positivo in Repubblica. Il Reparto di Medicina aveva 27 pazienti su 30 posti letto disponibili, e da quel giorno ad oggi – ha spiegato - “ha ricevuto più di 70 ammissioni”. Un notevole afflusso di pazienti, dunque: “Ci siamo presi a carico anche pazienti post intensivi per garantire le migliori cure”, ha riferito la dottoressa. “Ci siamo adattati – ammette - nella consapevolezza che dietro a certi pazienti potesse annidarsi il covid19. La preoccupazione c'era”. I dispositivi personali di protezione in uso dal personale sanitario erano per un reparto a medio rischio. Col tempo, “abbiamo cercato di dimettere il più velocemente possibile. Purtroppo non tutti erano dimissibili”.
Si è passati così al distanziamento dei pazienti in stanze idonee, per garantire la non trasmissione, applicando loro le mascherine chirurgiche. “E – prosegue - chiudendo progressivamente l'accesso al reparto dall'esterno. Rimaneva però aperto internamente, pur con tutte le attenzioni del caso”. Ora si attendono accertamenti e verifiche sul focolaio scoperto nel Reparto, ma la dottoressa Stefanelli tiene a precisare che “siamo sereni perché non abbiamo lasciato nulla di intentato”. Purtroppo il virus – continua - si nascondeva anche dietro quadri non polmonari”. Poi, tradendo l'emozione, ha voluto rivolgere un pensiero “ai concittadini, ai malati, al mio personale, a chi è in quarantena, all'Iss e alle mie unità specialistiche”. Ben presto dovremo riunire i fili con i vari pazienti che si trovano a domicilio “perché devono andare avanti anche i reparti non-Covid”.
Nel servizio Gabriele Rinaldi Dirigente Authority sanitaria