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Covid-19 e fake news: l'esperto ci spiega come riconoscerle. I punti chiave dell'Istituto Superiore Sanità

27 giu 2020
Antonio Mistretta
Antonio Mistretta

Secondo una ricerca del Censis, un italiano su tre naviga in rete per cercare informazioni sulla salute: sono infatti oltre 15 milioni gli italiani che ricorrono al web per cercare informazioni mediche, la metà dei quali finisce con l’incappare in notizie false, le cosiddette fake news, un problema globale che riguarda i lettori di tutte le età. Tra le più diffuse durante la recente pandemia ad esempio quelle che attribuiscono alla vitamina C effetti benefici sul Coronavirus, che i cani e i gatti sono contagiosi, che è pericoloso bere acqua dal rubinetto…e tante altre ancora.

Benedetta de Mattei ha intervistato il prof. Antonio Mistretta, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e docente presso il Dipartimento “Ingrassia” dell’Università di Catania e componente del gruppo di coordinamento sulla comunicazione per l’emergenza COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, che insieme ai suoi colleghi ha realizzato e diffuso uno schema informativo su come muoversi correttamente tra Internet e Social Network in tema di salute.

Nella recente pandemia da COVID-19 si è parlato molto di “infodemia”

Il termine “infodemia” fu coniato nel 2003 da un giornalista in un articolo pubblicato sul Washington Post, in occasione dell’emergenza Sars, unendo due parole: “information” e “epidemic”. L’OMS lo ha ripreso dichiarando sin dall’inizio del Covid-19 un’emergenza di infodemia, in cui la gente si documenta in rete, trovando spesso informazioni contraddittorie e fuorvianti; l’effetto che si può verificare è molto pericoloso e rischia addirittura di danneggiare l’andamento della situazione sanitaria. Noi come ISS con la Treccani abbiamo spiegato la voce “infodemia” come: “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.
È bene sottolineare che quando c’è una sovrabbondanza di informazioni discordanti si corre il rischio di creare confusione.

La task force di comunicazione dell’Istituto Superiore di Sanità, di cui fa parte, ha recentemente elaborato i punti chiave per l’uso dei social e della corretta informazione sull’epidemia da Covid-19.

I consigli dell'Iss per stare alla larga dalle bufale sono i seguenti:
1 - Non credere a tutto quello che intercetti sui social media, soprattutto se "condiviso" da amici solo virtuali.
2 - Attieniti alle fonti istituzionali, quali governo, ministero della Salute, Iss, Oms
3 - Non dimenticare che le bufale sono "contagiose", il loro meccanismo è simile a quello di un virus che si propaga a partire da un piccolo gruppo di persone per poi esplodere in una vera epidemia.
4 - Rifletti prima di condividere anche tu notizie che suscitano una forte reazione, o che sembrano troppo buone o troppo cattive per essere vere.
5 - Controlla sempre la data di pubblicazione delle notizie, potrebbero essere superate.
6 - Fai attenzione ai link che rinviano a siti che per far divertire pubblicano appositamente notizie sarcastiche, che ovviamente non sono vere.
7 - Ricorda che l'opinione di un esperto ha un altro valore rispetto a quella che puoi ottenere dai gruppi social.

Nel portale www.iss.it è stata creata la sezione specifica “ISS per COVID-19”

L’obiettivo di questa sezione è quello di spiegare con un linguaggio semplice e accessibile l’emergenza da covid-19, anche con il supporto di infografiche, fake news e faq, così come anche di rappresentare un punto di riferimento rigoroso ed autorevole sul tema per tutti i cittadini. Soprattutto in questa pandemia che abbiamo vissuto, e in parte stiamo ancora vivendo, salta fuori l’importanza che la comunicazione sia affidata a fonti istituzionali e poiché in Italia l’ISS, insieme al Ministero della Salute, viene percepito come un’istituzione affidabile e impegnata la nostra responsabilità è ancora più importante. Anche perché in queste situazioni si rilevano spesso opinioni contrastanti tra studiosi e questo naturalmente alimenta ancor di più il senso di confusione e smarrimento a cui può andare incontro l’utente. Percepire un’istituzione come punto di riferimento è dunque uno degli obiettivi fondamentali, e per far questo bisogna sempre essere onesti, chiari e trasparenti.

Come affrontare oggi la situazione nel modo corretto?

In merito alla situazione attuale, il fatto che ci possa essere discordanza tra pareri di scienziati è un po' alla base del metodo scientifico, fin da Galileo Galilei, ma quello che è stato inaspettato è che questo dibattito sia avvenuto in pubblico, a livello dei media. Questo può creare opinioni poco chiare, anche perché nel caso specifico questo è un virus che ancora non conosciamo bene ma che stiamo imparando a conoscere. Bisognerebbe evitare che questo disaccordo faccia perdere di vista le cose importanti. Ci sono dei cardini fondamentali a cui affidarsi, che sono: il distanziamento fisico, l’utilizzo della mascherina (al chiuso o quando non è consentito il distanziamento) e il lavaggio frequente delle mani, evitando sempre di toccarsi mani, bocca e occhi. E’ giusto ricominciare a vivere, ma sempre con un occhio al rispetto di queste regole che purtroppo non sempre vengono rispettate. Anche se adesso il virus viene percepito come un problema che si sta allontanando purtroppo non sappiamo quello che succederà ed è bene non abbassare la guardia.

Benedetta de Mattei




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