Per un focolaio che si spegne – riassorbito anche il secondo, scoppiato a fine dicembre, al Casale La Fiorina dove anche l'ultimo paziente si è negativizzato oggi (2 restano ricoverati in area Covid ospedaliera) - un altro che allarma, con un grosso cluster nelle scuole, al vaglio da questa mattina in coordinamento fra Pediatria e Dipartimento Istruzione. Chiusa nella mattinata l'infanzia di Cà' Ragni – potrebbe riaprire già da lunedì prossimo -; l'attività di screening è rivolta ora alle elementari, con tamponi previsti domani e venerdì, su tre classi di Dogana, una di Cà Ragni, una di Serravalle, tutte chiuse da oggi.
L'ISS fa il punto, partendo da un monito: “Il virus circola, ancora tanto, non abbassiamo la guardia” - così il Direttore Sanitario Sergio Rabini, che ricorda come questa seconda ondata pandemica veda “ormai il triplo dei contagiati rispetto alla prima fase”, tornando a chiedere di continuare a rispettare i comportamenti igienico-sanitari antiCovid. La mappa del contagio oggi parla di 21 nuovi positivi su 246 tamponi (indice di positività dell'8,54%; un valore che su base settimanale scende al 7,49%). Sono 11 i guariti. 225 le persone in isolamento al proprio domicilio, mentre sul fronte delle ospedalizzazioni sono 20 i ricoveri, di cui 6 in terapia intensiva, che vede così abbassare la criticità con una saturazione al 50%. 216 le quarantene, tra cui 1 rappresentante delle forze dell'ordine e 4 sanitari.
Se sul fronte delle terapie si sta vagliando la documentazione per accedere all'uso degli anticorpi monoclonali, l'ISS allarga lo spettro di osservazione, con una analisi degli effetti del Covid sulle malattie cardiovascolari. Il responsabile della Cardiologia, Piercamillo Pavesi traccia il quadro: “la paura del contagio ha scoraggiato il ricorso alle cure, anche in presenza di sintomi, ma a fronte di un calo di accessi al Pronto Soccorso, si riscontra un aumento della mortalità del 20%”. Nel 2020, a fronte di 60 morti per Covid, sono stati 103 i decessi per malattie cardiovascolari. Da qui l'appello: “E' una tendenza riscontrata in tutti i paesi occidentali, anche a seguito delle indicazioni che nella prima fase della pandemia venivano fornite, quando si invitava a non recarsi in Ospedale in caso di dolore al torace. Ripeto, invece, l'appello già rivolto lo scorso maggio – dice il dottor Pavesi -: in caso di dolore persistente, chiamare il 118 o recarsi in Ospedale. Il Pronto Soccorso è sicuro”.