Cresce l’allarme per il virus polmonare cinese, con 897 casi accertati e 26 decessi. Secondo il Ministero della Salute la probabilità di introduzione del virus nell’Unione Europea è bassa ma non può essere esclusa.
Benedetta de Mattei ha intervistato il Prof. Matteo Bassetti – Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università degli studi di Genova e Direttore Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. L'infettivologo – Presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva – ci ha spiegato cosa sta accadendo.
Si parla di 897 persone contagiate da questo nuovo virus ma una stima dell’Imperial College di Londra dice che i casi potrebbero essere addirittura 1700. Quante persone sono state realmente colpite?
Abbiamo purtroppo ancora dei numeri molto variabili e quindi da medico e ricercatore mi trovo in difficoltà poichè le informazioni in nostro possesso oggi le stiamo ricevendo dai media e non dalle autorità sanitarie competenti, cosa che sicuramente non aiuta. Ad ogni modo, anche fosse vera la stima dei 1700 casi, parliamo comunque di numeri limitati, basti pensare all’epidemia di un qualsiasi virus influenzale nel nostro paese che solo tra dicembre a oggi ha messo insieme milioni di casi.
C’è il rischio che il virus arrivi anche in Italia?
In Italia stanno adottando la procedura sanitaria prevista dal Regolamento Sanitario Internazionale e all’aeroporto di Fiumicino stanno controllando tutti i passeggeri provenienti con voli diretti da Wuhan, e se presentano sintomi compatibili con un’influenza respiratoria, nelle 24/48 o nella settimana successiva all’arrivo in Italia, si mettono in pratica quelle che sono le misure di contenimento e di gestione. L’Italia è perfettamente attrezzata con reparti di malattie infettive di altissimo livello, dotati di stanze a pressione negativa dove si possono ricoverare in isolamento i pazienti; ci sono inoltre i nostri laboratori di microbiologia che nella maggior parte dei casi si sono già attrezzati per poter effettuare lo screening e capire rapidamente se si è stati colpiti dal virus. Quindi direi che il messaggio per la popolazione è quello di stare tranquilli perché al momento non esiste alcun motivo per agitarsi. Qualora il grado di preoccupazione salisse rispetto a quello attuale, la popolazione ne sarà ovviamente messa al corrente, ma se pensiamo alla Sars, che nel 2003 aveva colpito migliaia di persone causando circa 800 vittime, possiamo ricordare che in Italia ci furono in tutto 10 casi sospetti di cui solo un paio confermati.
Cosa è esattamente questo nuovo virus emerso in Cina?
Il virus emerso in Cina fa parte della famiglia dei coronavirus che possono causare malattie respiratorie da lievi a moderate. Il nuovo coronavirus (ribattezzato 2019-nCoV) prende origine dagli animali, probabilmente pipistrelli o serpenti che nei mercati dell’area di Wuhan vengono utilizzati e commercializzati, e da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani; il virus è dunque stato mutato e ha fatto il cosiddetto “salto di specie” dall’animale all’uomo.
Quali sono i sintomi a cui fare attenzione?
I sintomi sono molto simili a quelli di una comune infezione respiratoria e dunque sono principalmente: febbre, tosse, malessere generalizzato e difficoltà respiratorie. Una persona che presenta questi sintomi, solo se è stata nell’area di Wuhan, deve immediatamente contattare le autorità sanitarie e recarsi in uno dei centri di malattie infettive. Se il caso è sospetto verrà messa in isolamento e si effettuerà lo screening, di cui si avrà una risposta nel giro di 24 ore, e in caso di avvenuto contagio si curerà ovviamente l’infezione. E’ importante però ricordare di non ingorgare inutilmente i pronto soccorsi perché non è il caso di farlo se non si è stati nella zona a rischio.
Quanto è il tasso di mortalità?
La mortalità sembra più bassa rispetto a ogni altro tipo di forma respiratoria, buona parte dei morti descritti sui giornali erano persone fragili e immunodepresse con altri problemi di salute. Come l’influenza anche questo virus sembra fare più male a chi ha un sistema immunitario compromesso.
Come avviene il contagio?
Il virus si trasmette da persona a persona. Il contagio avviene attraverso le secrezioni respiratorie, che contagiano anche le superfici, quindi bisogna stare molto attenti, lavarsi accuratamente le mani e utilizzare tutte le precauzioni che noi sempre diamo. Ma ad oggi non ci sono prove di trasmissione da uomo a uomo fuori dalla Cina.
Cosa dobbiamo aspettarci e quali precauzioni adottare?
Ad oggi quello che posso dire è che la situazione va vigilata attentamente ed è bene controllare le persone che si sono recate nell’area di Wuhan. Ma non bisogna creare allarmismi. Non andare più al ristorante cinese per la paura che questo virus si attacchi attraverso il cibo o rinunciare a un viaggio in Cina in altre aeree è a mio parere eccessivo. Il rischio è quello di far diventare un problema di una piccola provincia un problema molto più grande, non facendo in tal modo un buon servizio a nessuno. Di fronte a un caso certo bisogna usare la mascherina e cercare quindi di proteggersi, lavarsi accuratamente le mani, ed evitare che le secrezioni respiratorie arrivino negli occhi nella bocca o da altre parti. Si potrà prevedere cosa aspettarsi nelle prossime due/tre settimane. Oggi è presto per dire siamo di fronte a una pandemia o di fronte a un fenomeno, sui cui certamente porre attenzione, ma che non deve destare preoccupazione.
Benedetta de Mattei