Il 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Cuore, promossa dalla Word Heart Federation, con l'obiettivo di informare sull'importante ruolo della prevenzione nelle malattie cardiovascolari, che restano ancora oggi la prima causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 35,8% di tutti i decessi: 32,5% negli uomini e 38,8% nelle donne. Anche se in queste ultime si manifestano con un ritardo di almeno dieci anni rispetto agli uomini, poiché protette dallo scudo ormonale fino alla menopausa.
Prevenzione, diagnosi precoce e informazione rappresentano le strategie più efficaci per contrastare le malattie cardiovascolari; ancora più determinanti dopo la recente pandemia che, oltre a causare una riduzione dei controlli, ha provocato un incremento nelle patologie cardiovascolari proprio in coloro che hanno avuto il Covid-19. In particolare, nei soggetti colpiti dal Covid si è riscontrato un aumento del 20-25% di tutte le malattie cardiovascolari, come aritmie, infiammazioni di miocardio e pericardio, cardiopatia ischemica, ictus cerebrale, malattie a carattere trombo-embolico.
Benedetta de Mattei ha intervistato il dott. Domenico Gabrielli – Direttore Cardiologia San Camillo Forlanini di Roma e Presidente Fondazione per il Tuo cuore dei cardiologi ospedalieri italiani ANMCO
La prevenzione cardiovascolare rappresenta una delle strategie di maggiore successo nella medicina, perché?
La prevenzione è la prima arma per combattere le malattie cardiovascolari ed è importante sensibilizzare in questo senso anche i giovani, promuovendo campagne di prevenzione cardiovascolare già nelle scuole primarie.
Quali sono i fattori di rischio su cui possiamo intervenire?
I fattori di rischio cardiovascolare si dividono in “modificabili” e “non modificabili”, come età, sesso e familiarità. Quelli su cui possiamo intervenire sono quelli “modificabili” come il fumo, l’ipertensione, la dislipidemia, il diabete e l’obesità; l’abolizione del fumo, il trattamento dell’ipertensione, la riduzione del colesterolo (con target diverso in base al tipo di paziente: a basso rischio 116 mg/dl, medio rischio 100 mg/dl, alto rischio 70 mg/dl ed altissimo rischio 55 mg/dl), il mantenimento del compenso nel diabete, la perdita di peso possono determinare un’importante riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. Grazie all’utilizzo della nuova carta del rischio cardiovascolare possiamo inoltre dividere le persone, in basso, medio, alto ed altissimo rischio potendo in tal modo calcolare la probabilità di eventi cardiovascolari della persona in esame e prescrivere, laddove necessario, la migliore strategia, individualizzata personalizzata, da adottare (stile di vita, esercizio fisico, dieta, terapia farmacologica).
Le ultime linee guida internazionali fanno una distinzione netta dei target pressori per le differenti fasce d’età.
Le ultime linee guida della Società Europea di Cardiologia pubblicate nel 2021 sulla prevenzione cardiovascolare fanno una distinzione in base all’età dei pazienti. Anche sui target pressori abbiamo questa distinzione. Esse ci indicano che nei pazienti al di sotto dei 70 anni d’età il target di pressione arteriosa sistolica è di 130 mmHg, mentre nei pazienti sopra i 70 anni d’età è di 140 mmHg. La prima strategia consiste nel modificare stile di vita, alimentazione ed attività fisica; come trattamento farmacologico ci indicano di iniziare fin da subito con le terapie di combinazione, nelle quali in un’unica compressa sono contenuti almeno due principi attivi che agiscono sinergicamente potendo in tal modo abbassare la pressione più efficacemente e riducendo al contempo le assunzioni quotidiane di farmaci.
Molti pazienti non seguono correttamente le cure, quanto conta l'aderenza alle terapie?
L’aderenza alla terapia è fondamentale in quanto è stato dimostrato che una corretta assunzione dei farmaci prescritti riduce morbilità e mortalità cardiovascolare ottenendo di conseguenza anche una riduzione dei costi complessivi per il SSN. Parliamo di aderenza alla terapia, un tempo si parlava di compliance, oggi si preferisce valorizzare l’atteggiamento proattivo del paziente piuttosto che l’accettazione passiva di uno schema di cura. Ci sono alcune condizioni che la rendono più difficile, tra queste le più riconosciute sono l’età avanzata, l’isolamento sociale, il genere femminile e il basso grado di scolarità. Abbiamo oggi a disposizione strategie per migliorare l’aderenza, come l’utilizzo di farmaci in combinazione, la semplificazione degli schemi prescrittivi, la riconciliazione terapeutica. Pensiamo, ad esempio, per quanto riguarda la cardiologia, alle diverse combinazioni dei farmaci antipertensivi o dei farmaci ipolipemizzanti.
Sia nella prevenzione cardiovascolare primaria che in quella secondaria anche l’attività fisica ha un ruolo determinate, quali sono le regole per una corretta intensità e frequenza?
È la prima raccomandazione fondamentale, insieme alla dieta, per avere uno stile di vita sano. Anche su questo fronte sono state pubblicate le nuove linee guida della Società Europea di Cardiologia che raccomandano almeno 150-300 minuti di attività fisica moderata a settimana, come camminare velocemente, oppure 75-150 minuti a settimana di attività fisica intensa come running, ciclismo o tennis.
Quali consigli per un cuore sano?
Dobbiamo puntare già sulla prevenzione primaria, se non su quella primordiale, cioè sull’insieme delle azioni che mirano a ridurre la mortalità, morbilità o gli effetti dovuti a determinati fattori di rischio o ad una certa patologia, promuovendo la salute e il benessere individuale e collettivo. Quindi è importante puntare sulla modifica dello stile di vita che comprende una dieta sana, la più raccomandata è la mediterranea, attività fisica regolare di moderata intensità, ed eliminare i fattori di rischio modificabili che abbiamo già citato in precedenza; solo così possiamo ottenere il risultato di una popolazione più “sana”. L’impostazione di uno stile di vita sano dovrebbe essere anticipato a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, da qui l’importanza di campagne di sensibilizzazione già a livello della scuola primaria. Fondamentale, inoltre, è organizzare attività e interventi finalizzati a raggiungere una diagnosi precoce delle malattie, quando questa è ancora in fase asintomatica (prevenzione secondaria). Importante, inoltre, focalizzarsi ed impegnarsi anche nella prevenzione dopo un evento cardiovascolare, per ridurre il rischio delle recidive (prevenzione terziaria).
In conclusione, per un cuore sano è necessario adottare stili di vita adeguati, assumere correttamente le terapie ove prescritte e rivolgersi al proprio medico di famiglia per il counseling e i controlli periodici necessari; sarà poi compito del medico MMG consigliare gli accertamenti laboratoristici, clinici e strumentali ritenuti utili al singolo paziente.