Un'occasione che intreccia l'impegno della Corte Europea dei diritti dell'uomo con le leggi di San Marino. La lezione ai maturandi dei licei del Titano sui primi 50 anni della dichiarazione dei diritti di San Marino non si limita alla cifra tonda dell'anniversario. Per Gilberto Felici, giudice presso la CEDU, è occasione di ricordare agli studenti che i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte, a se stesso che le sfide, come gli esami, non finiscono mai. “È una sfida particolare, - spiega- atteso che né io né i miei colleghi della Corte abbiamo l'abitudine giornaliera di confrontarci con ragazzi del liceo, ma prevalentemente con istituzioni e discenti di istituzioni accademiche. La Corte favorisce, nonostante la massima diffusione, dei concetti base che stanno alla base della Convenzione, soprattutto laddove c'è un'interazione con le Costituzioni Nazionali, che per San Marino sono la dichiarazione dei diritti che oggi compie 50 anni".
Già commissario della legge del Tribunale di San Marino, dove ha presieduto il processo Mazzini, il giudice Felici ha intrecciato la concretezza di casi richiamati dall'Organo giurisdizionale di Strasburgo all'attualità dei principi della dichiarazione dei diritti sanmarinese.
“Partendo dai casi concreti – prosegue il giudice Felici- ed avendo presente un minimo di nozioni tecniche che i studenti del quinto anno di licei, soprattutto economico, ma immagino anche gli altri possono avere, si può intavolare un discorso interessante, soprattutto laddove lo si mette in relazione alla dichiarazione dei diritti, la quale, nonostante compia oggi 50 anni, per una sua forza intrinseca, ma anche per specifiche disposizioni tecniche, sono quelle dell'articolo 1, dell'articolo 5 e della stessa dichiarazione, si mostra probabilmente uno strumento, grazie anche all'opera che ha fatto e che farà il Collegio Garante, assolutamente idoneo ad avanzare unitamente alla Convenzione ed anche ad influenzare l'interpretazione stessa della Convenzione al pari di tutti gli altri 46 Stati membri, delle altre 46 istituzioni giudiziarie degli Stati membri del Consiglio d'Europa.
Ai professionisti del futuro, infine, l'invito alla formazione a far poggiare le proprie aspirazioni sulle basi solide di una preparazione approfondita, indipendentemente dal percorso che vorranno intraprendere. “Sarà tanto più efficace – conclude Felici- avrà tanto più successo ) l'adulto, oggi ragazzo, che ha una solita formazione culturale che non quello che invece parte da una mera passione non supportata da strumenti disciplinari e appunto metodologici che sono essenziali, ma penso che il liceo in questo costituisca probabilmente la scuola più adatta”.
Nel video l'intervista a Gilberto Felici, giudice presso la Cedu