Secondo le stime degli scienziati si calcola che nel mare siano presenti circa 15 tonnellate di plastica, che finiscono nell'organismo di pesci e molluschi che abitano i fondali. Un problema che poi si ripercuote anche sull'uomo, che si nutre di questi animali: ogni giorno infatti una persona ingerisce una quantità di plastica di cinque grammi, lo stesso peso di una carta di credito. Di qui l'allarme dell'Onu di trovare una soluzione: un'esortazione a cui anche San Marino ha risposto presente, approvando lo scorso 5 ottobre un disegno di legge che punta a eliminare la plastica usa e getta entro la fine dell'anno. momento in cui dovranno essere esaurite le scorte residue di plastica nei magazzini degli esercenti, anticipando le direttive che l'Ue ha fatto partire il 3 luglio.
Già da giugno comunque San Marino ha iniziato a muoversi, vietando il commercio di borse e prodotti usa e getta in plastica, eccetto appunto i residui di magazzino, in favore di materiali biodegradabili e compostabili. La scelta di una data limite in cui eliminare del tutto la plastica dal commercio, sottolinea il Segretario di Stato Particolare al Territorio Giuliana Barulli, è una decisione esclusiva della Repubblica, dal momento che l'Unione Europea in questo senso non si è espressa. Dall'Italia è poi arrivata la richiesta di escludere dalla questione la carta plastificata, ricoperta da un velo di plastica, che rappresenta meno del 10% del peso. Bruxelles ha accettato i rilievi italiani, e si è impegnata a modificare le linee guida nel senso richiesto. Sebbene rimangano ancora questioni da risolvere, si apre il Europa la strada all'utilizzo della sola plastica biodegradabile e riciclata, cercando di eliminare completamente la produzione di nuova plastica entro il 2040, come vorrebbero gli scienziati.