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Decretato lo stato di emergenza idrica

6 lug 2007
Tito Masi
Tito Masi
12.600 metri cubi d’acqua al giorno, una cifra che sta quotidianamente crescendo. In giugno il consumo è aumentato del 14% rispetto al 2006. San Marino preleva il 65% di acqua dal Marecchia, il 18% del fabbisogno è garantito da Ridracoli e il 14% dall’Hera. In questo momento le sorgenti interne forniscono solo il 3% e sono oggetto di attenzioni particolari per la qualità dell’acqua.
L’ordinanza, firmata dal Segretario Masi, stabilisce il divieto assoluto di servirsi dell’acquedotto pubblico per innaffiare orti, giardini, prati, lavare piazzali, scale e strade private, riempire piscine, riversare acqua in cisterne e pozzi, lavare privatamente i veicoli.
Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca controlleranno per assicurare il rispetto delle regole.
Multe salate per i trasgressori: 150 euro alla prima infrazione, 500 alla seconda e 1.000 euro per ogni successiva violazione. Mano più pesante se a trasgredire è un grande consumatore: si comincia con 500 euro, si prosegue con 1.000 per arrivare a 2.000 euro ogni volta che si viene colti in fallo.
Se poi non si ottempera alla diffida di riduzione dei consumi le multe saranno di 1.000, 2.000 e 4.000 euro. Il decreto emanato dal Governo prende di mira soprattutto i grandi consumatori, quei 400 privati che ogni anno consumano mediamente 1.500 litri di acqua al giorno. Nel periodo di emergenza idrica chi utilizzerà più di 30 metri cubi al mese di acqua, dovrà pagare 20 euro in più per ogni scatto del contatore.

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