I più colpiti sono i giovanissimi, che lo usano per più di un’ora e mezza al giorno. In tutto gli italiani che soffrono di ‘dermatite da telefono cellulare’, scatenato dal nichel o dal cromo presenti nelle parti metalliche, sono oltre 10 mila. Nonostante esistano norme europee che regolano le quantità massime di questi metalli in alcuni prodotti, come per esempio nella bigiotteria, questo non avviene per i cellulari che restano a contatto con la pelle molto tempo durante la giornata. I segni? Sono quelli di una dermatite da contatto classica: arrossamento, prurito, vescicole. E la zona, molto circoscritta, aiuta a sospettare subito del cellulare. Attenzione dunque, anche perché secondo un’indagine dei ricercatori della Brown University del Rhole Island, negli Stati Uniti un telefonino su due contiene nichel nel metallo attorno allo schermo, nella tastiera e nel logo. Per ridurre i rischio la soluzione è semplice: diminuirne l’uso. Oppure utilizzare gli auricolari, che generalmente non danno problemi di allergia.
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