“Acquisito che c'è un invaso e un invasore, come facciamo in modo che la gente smetta di morire e che il mondo smetta di ballare sul rischio nucleare”? Con il libro “Maledetti Pacifisti” l’inviato di guerra Rai Nico Piro, che a causa del divieto di ingresso ricevuto da Kiev per una trasferta lavorativa in Donbass non ha potuto raggiungere i territori in cui si combatte, si concentra sulla narrazione dell’evento bellico e su un dibattito politico italiano asservito “al patto atlantico”.
“Da vicino - ha detto il giornalista a Rimini, in una sala del Buonarrivo della Provincia sold out - il conflitto militare è «merda, sangue e fango, quasi sempre versato da innocenti», ma a distanza viene «venduto» come un prodotto, seguendo specifiche strategie di marketing. La convinzione dell’autore è che l’unica speranza di mettere fine alla guerra sia una soluzione diplomatica. E sull'invio di armi: “Parlare di armi da offesa o difesa è pasticcio verbale. Dovremmo iniziare a chiederci più che quante armi inviare quando iniziare un serio processo di mediazione”. Chi dissente o esprime dubbi dalla narrazione, ha detto Nico Piro, è automaticamente amico del nemico, filo-putin e traditore della patria. Ma chiedere la pace non significa volere la resa degli ucraini.
Nel video l'intervista all'inviato di guerra Rai, Nico Piro