“Una scelta dovuta alla stanchezza”. Così il giudice Giuseppe Costanzo spiega le ragioni delle sue dimissioni, consegnate nelle mani del segretario di Stato alle Finanze e Bilancio. “Il carico di lavoro è tanto – aggiunge – si sommano gli incarichi, di magistrato e di Garante per la Protezione dei Dati; ritengo sia arrivato il momento di cedere il passo”. Le sue sono dimissioni “irrevocabili”, sottolinea, anche se il segretario Valentini ha annunciato che lunedì le porterà in Congresso di Stato per discuterne insieme ai colleghi di Governo. Nei mesi scorsi più volte le decisioni di Costanzo hanno fatto discutere. Sono andate in rotta di collisione con decisioni politiche o di altri organismi istituzionali, hanno provocato reazioni e polemiche, ma lui non si scompone: “faccio il mio lavoro in scienza e coscienza – si limita a dichiarare – e tutti noi abbiamo sempre cercato di dare il meglio in pieno spirito di servizio”. Che però una certa amarezza ci sia nella sua decisione, traspare quando la conversazione affronta gli impegni professionali, le relazioni riepilogative dell’attività che sovrintende: “Non faccio politica – dichiara Costanzo – e non mi occupo di questioni politiche, ma a volte mi pare di registrare una scarsa sensibilità della politica in genere verso certi problemi. Se ho fatto istanze e richieste – aggiunge – e nessuno mi ha risposto, non posso che chiedermi se valga la pena continuare a fare sacrifici”.
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