Le famiglie con figli disabili inviano un appello al Parlamento affinché non approvino il decreto 378 sull'inclusione scolastica. “Se passa, non saremo più ascoltati”, dicono.
Dicono un no deciso al decreto legislativo 378 sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, già trasmesso alla Camera e che dovrà essere approvato entro la fine di marzo.
E così, dopo la riduzione delle ore di assistenza specialistica, e conseguenti proteste delle famiglie, in prima linea quelle con alunni alla scuola Montessori, genitori e parenti hanno prodotto un loro video diretto ai parlamentari.
“La disabilità – dicono – sarà solo una questione di risparmio sui costi e sui servizi. Le famiglie, i terapeuti e gli insegnanti non saranno più ascoltati – continuano – ma tutto sarà nelle mani di super commissioni mediche controllate dall'Inps, e la scuola – concludono – non potrà essere obbligata a garantire ore di sostegno e altri servizi per l'inclusione”.
“Il tema vero – risponde la deputata Udc Paola Binetti, dalla Commissione affari sociali – è come riuscire a farsi carico dei bisogni delle persone in un contesto dalle risorse contingentate. Ne stiamo discutendo – annuncia – ma l'ostacolo non siamo noi, è la legge di bilancio”. A meno di cambiamenti nel dispositivo di legge, una delle novità è l'istituzione del personale per il sostegno per ciascun grado di istruzione, inclusa la scuola dell'infanzia. Gli insegnanti di sostegno dovranno restare 10 anni al posto degli attuali cinque.
Francesca Biliotti
Dicono un no deciso al decreto legislativo 378 sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, già trasmesso alla Camera e che dovrà essere approvato entro la fine di marzo.
E così, dopo la riduzione delle ore di assistenza specialistica, e conseguenti proteste delle famiglie, in prima linea quelle con alunni alla scuola Montessori, genitori e parenti hanno prodotto un loro video diretto ai parlamentari.
“La disabilità – dicono – sarà solo una questione di risparmio sui costi e sui servizi. Le famiglie, i terapeuti e gli insegnanti non saranno più ascoltati – continuano – ma tutto sarà nelle mani di super commissioni mediche controllate dall'Inps, e la scuola – concludono – non potrà essere obbligata a garantire ore di sostegno e altri servizi per l'inclusione”.
“Il tema vero – risponde la deputata Udc Paola Binetti, dalla Commissione affari sociali – è come riuscire a farsi carico dei bisogni delle persone in un contesto dalle risorse contingentate. Ne stiamo discutendo – annuncia – ma l'ostacolo non siamo noi, è la legge di bilancio”. A meno di cambiamenti nel dispositivo di legge, una delle novità è l'istituzione del personale per il sostegno per ciascun grado di istruzione, inclusa la scuola dell'infanzia. Gli insegnanti di sostegno dovranno restare 10 anni al posto degli attuali cinque.
Francesca Biliotti
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