La Commissione Disabilità Csd-Onu punta il dito contro l'Iss per l'accanimento con cui impone visite di controllo a disabili gravi e permanenti, a fini del riconoscimento dell'assegno di accompagnamento. Il presidente della commissione, Maria Chiara Baglioni, scrive infatti una lettera di protesta in cui spiega che la Commissione ha sollecitato, dall'autunno scorso ad oggi, per ben due volte la segreteria di Stato per la Sanità e gli uffici competenti su un fenomeno che appare in contrasto da quanto previsto dalla Legge quadro per l'assistenza, l'inclusione sociale e i diritti delle persone con disabilità. Infatti, "nonostante quanto stabilito dall'articolo 8 della legge n. 25 del 2015- riferisce la lettera- nonostante già dall'autunno scorso la Commissione Disabilità abbia chiesto alla segreteria di Stato per la Sanità chiarimenti sul problema, ricevendo come risposta che l'articolo 8 era esauriente ed immediatamente applicabile; nonostante che il 20 giugno scorso la Commissione abbia scritto una lettera alla segreteria di Stato, alla Direzione del Servizio di Medicina Legale e Fiscale e alla Casi, Commissione Accertamenti Sanitari Individuali, l'Iss continua a richiedere visite di controllo e di riesame e per i casi con diagnosi permanente, con grave violazione di legge". E questo avviene "con grave disagio ad alcuni pazienti- prosegue Baglioni- con tali tipologie di disabilità e con inutile e onerosa spesa a carico dell''Iss". La lettera termina con un interrogativo che esige risposta: "Cosa dobbiamo pensare?", chiede infatti il presidente della Commissione. In calce alla lettera viene riportato l'estratto della legge quadro a conferma che "le persone affette da gravi menomazioni fisiche e mentali, una volta accertata tale disabilità, non saranno soggette ad ulteriori controlli da parte della Casi".
Riproduzione riservata ©