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Docenti precari, continua la protesta: "La proposta di contratto Pa ci discrimina". La replica di Berti: "Premiare il merito"

Nella nuova proposta non verrà conteggiato il congedo di maternità nel computo degli anni di lavoro

21 nov 2023

Dopo la lettera indirizzata al governo pochi giorni fa, gli insegnanti precari tornano ad attaccare il contratto collettivo di lavoro per dipendenti pubblici, vicino alla firma. Nel mirino anche questa volta l'allegato 2 sulle “procedure speciali di assunzione a tempo indeterminato”. Una rappresentanza di insegnanti delle scuole medie, superiori e cfp critica in una nota l'introduzione di un'“ingiustificata burocrazia, che grava anche a livello economico sulle famiglie perché – sottolineano – si aggiungono anni di prova e valutazioni di idoneità. Ulteriori elementi di incertezza e disparità”. “Disponibili al confronto sul tema – continuano – ma determinati a difendere, se necessario con la mobilitazione, la qualità della scuola e del nostro lavoro”.

In un'altra nota, a nome di tutto il corpo docenti precario e sovranumerario delle scuole sammarinesi di ogni ordine e grado, si ribadisce che l'allegato 2 “è un'inaccettabile discriminazione di genere”. Questo perché nella nuova proposta non verrà conteggiato il congedo di maternità nel computo degli anni di lavoro dell'aspirante docente: né nei primi tre anni di servizio per accedere alla professione né nei tre anni di prova successivi. “Tutto ciò – attaccano gli insegnanti – lede il diritto fondamentale alla maternità, aumentando il già enorme problema della denatalità”.

Anche Rf interviene sul tema, invitando il governo a ritirare i nuovi provvedimenti per la scuola, bocciando il periodo di prova dopo il tirocinio abilitante. Inoltre definisce “assurdo che a sostenere un esame debbano essere anche gli insegnanti dell'inclusione per ottenere una cattedra e chi vuole passare da medie a superiori”.

A stretto giro la replica del segretario agli Interni Gian Nicola Berti: “Il gradimento del sindacato sull’allegato 2 è sintomatico dell’utilità del lavoro negoziale svolto. Da un lato – spiega – si privilegia la meritocrazia e dall’altro si sottraggono alla discrezionalità politica le assunzioni a tempo indeterminato”.





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