3 ottobre 2013, erano le 4 del mattino e la gente dell'isola dormiva ignara che al largo delle proprie coste si stesse consumando la più grave sciagura navale mai avvenuta nel Mediterraneo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Sul quel barcone, partito dal porto libico di Misurata, c'erano centinaia di migranti, in prevalenza eritrei. Fra loro molte donne e bambini. Tutti in cerca di miglior fortuna lontano dai loro paese dilaniati. Le fiamme divampate a bordo fecero affondare il barcone con tutto il suo carico di migranti disperati. 368 i morti, 20 i dispersi, 155 i superstiti. Molti di loro, i sopravvissuti, sono voluti tornare oggi sull'isola per partecipare alla seconda ‘Giornata della memoria e dell'accoglienza’. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati rinnova l'appello rivolto a tutti i paesi europei, per mantenere come prioritario il salvataggio di vite umane nel Mediterraneo e per intensificare gli sforzi per fornire alternative legali a questi pericolosi viaggi.
Da quel tragico 3 ottobre 2013 si sono verificati molti altri naufragi e migliaia di uomini, donne e bambini hanno perso la vita in circostanze drammatiche, ricorda l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, nella speranza di raggiungere le coste dell’Unione europea in cerca di sicurezza e protezione. Fino ad oggi nel 2015 sono già quasi 3.000 le vittime del Mediterraneo, principalmente nel Canale di Sicilia e nel Mar Egeo. Nel 2014 altri 3.500 migranti e rifugiati avevano perso la vita. E' un flusso che non accenna a fermarsi. L'unione Europea è oggi più consapevole e dopo aver stabilito una ripartizione di 120mila rifugiati, ha inserito la questione dell’immigrazione ai primi punti della sua agenda politica. L’UNHCR – in una nota – auspica che la proposta di legge che istituisce la Giornata della memoria e della accoglienza, già votata dalla Camera dei Deputati il 15 aprile, trovi presto la sua approvazione definitiva al Senato.
Da quel tragico 3 ottobre 2013 si sono verificati molti altri naufragi e migliaia di uomini, donne e bambini hanno perso la vita in circostanze drammatiche, ricorda l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, nella speranza di raggiungere le coste dell’Unione europea in cerca di sicurezza e protezione. Fino ad oggi nel 2015 sono già quasi 3.000 le vittime del Mediterraneo, principalmente nel Canale di Sicilia e nel Mar Egeo. Nel 2014 altri 3.500 migranti e rifugiati avevano perso la vita. E' un flusso che non accenna a fermarsi. L'unione Europea è oggi più consapevole e dopo aver stabilito una ripartizione di 120mila rifugiati, ha inserito la questione dell’immigrazione ai primi punti della sua agenda politica. L’UNHCR – in una nota – auspica che la proposta di legge che istituisce la Giornata della memoria e della accoglienza, già votata dalla Camera dei Deputati il 15 aprile, trovi presto la sua approvazione definitiva al Senato.
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