Le foibe sono cavità carsiche in cui, durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra, furono gettati migliaia di italiani, ma anche tanti slavi, invisi ai partigiani dei comitati popolari di liberazione jugoslavi e al Maresciallo Tito. Una vera e propria pulizia etnica, nei confronti degli italiani e un'epurazione politica per chi non era allineato al regime comunista di Tito. Una drammatica pagina di storia che l'Italia ha riconosciuto ufficialmente solo dal 2004 quando è stata istituita la giornata nazionale del ricordo. Perchè con così grande ritardo? Secondo il direttore di Limes Lucio Caracciolo, ci sono responsabilità riconducibili all' opportunismo politico. Il regime comunista non allineato, del maresciallo Tito, nel secondo dopoguerra, ma anche negli anni successivi, era un utile cuscinetto per l'Italia, rispetto alla minaccia dei paesi finiti sotto l'influenza diretta dell'Unione Sovietica e quindi i governi, anche se a guida democristiana, non sollevarono la questione. E non la sollevarono neppure i comunisti italiani che, anzi, inizialmente minimizzarono e giustificarono gli eccidi delle foibe. Dal 2004, in Italia, c'è almeno una condanna storica, condivisa, di quei tragici e dolorosi eventi che tuttavia continuano, tra i nostalgici radicali delle opposte fazioni, ad essere oggetto di strumentalizzazione politica.
Riproduzione riservata ©