La pioggia dei giorni scorsi non è stata sufficiente per la revoca dell'emergenza idrica dichiarata il 12 luglio. Resta quindi il divieto di innaffiare prati, orti e giardini; lavare piazzali, scale, strade private; riempire piscine; riversare acqua in cisterne e pozzi; lavare veicoli fuori dalle apposite stazioni di servizio. Ma le limitazioni dei prodotti hanno prodotto una discesa dei consumi? “Sì – spiega il Direttore Aass Raoul Chiaruzzi – hanno consentito di ridurre la distribuzione nel territorio di San Marino di circa il 15%”. Tanti sammarinesi, intanto, si chiedono perché l'emergenza idrica e le restrizioni interessino San Marino ma non i territori limitrofi “In realtà ci sono – afferma Chiaruzzi – nel nord della regione Marche dove le caratteristiche di approvvigionamento sono simili alle nostre”.
In condizioni normali San Marino attinge acqua per il 55% dal marecchia, il 5% da fonti interne, il 30% da Romagna Acque e il 10% da Hera, ma a causa dell'emergenza la ripartizione è cambiata. “E' aumentata la percentuale di fornitura da parte di Romagna Acque ed Hera perché le nostre fonti interne e il fiume Marecchia, oramai, danno poco”. Per revocare l'emergenza idrica, spiega Chiaruzzi, servirebbero tanti giorni consecutivi di pioggia ma le previsioni, nel corto-medio periodo dicono tutt'altro. E' pensabile un'estate tutta in emergenza idrica? “Penso di sì” conclude Chiaruzzi. Intanto all'AASS sono pervenute diverse segnalazioni, anche video-documentate. La più comune l'innaffiamento durante le ore notturne da parte dei “furbetti del giardino accanto”. L'Azienda Servizi le ha inoltrate alle forze dell'ordine. Alla prima infrazione i trasgressori rischiano multe da 150 euro o 500 se si tratta di un “grande consumatore uso domestico” o un “consumatore usi diversi”.