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Emergenza idrica: dopo San Marino, divieti in molti comuni della Riviera

28 lug 2007
Sole
Sole
L’emergenza idrica scatta a San Marino lo scorso 7 luglio. Da allora, nemmeno una goccia d’acqua. Sole, alte temperature, vento caldo e secco: pochi giorni fa sono gli agricoltori a lanciare l’allarme. Anche i pozzi sono vuoti, le colture stagionali sono a rischio, come la quantità delle produzioni. A breve si attendono aumenti nei prezzi di frutta e verdura. Da giorni si invoca la pioggia. Le previsioni meteo ne annunciano l’arrivo per lunedì. Una giornata che dovrebbe essere caratterizzata dall’abbassamento delle temperature e da rovesci, se pur deboli, sul nostro territorio. Una perturbazione annunciata però per un solo giorno.
Dopo San Marino anche al mare manca l’acqua! I divieti scattano a Rimini martedì scorso e anche il comune di Riccione, ieri, ha firmato l’ordinanza che impone, fino al 30 settembre, limitazioni al prelievo e al consumo idrico dall’acquedotto pubblico. Intanto la regione Emilia-Romagna si attrezza per far fronte alla crisi idrica con soluzioni a lungo termine. Stanziati ieri 120 milioni di euro nell’ambito del piano straordinario contro la siccità. Accanto a interventi a breve termine, anche un piano biennale per “Romagna Acque” che si doterà di due potabilizzatori mobili per i territori di Forlì’ e Ravenna per immettere in rete acqua del Canale emiliano-romagnolo. Due cave a Bologna e Parma verranno trasformate in bacini idrici per uso civile e agricolo. A Rimini arriveranno 800 mila euro per interventi sulla portata degli acquedotti. Finanziate alle scopo anche Cesena e Ravenna per oltre un milione di euro.

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