“Siamo agli sgoccioli e dobbiamo ficcarcelo in testa”. Il direttore dell’azienda di stato per i servizi Emanuele Valli è perentorio. Anche perché, come se non bastasse la crisi idrica, i tecnici devono far fronte ad un ulteriore problema: quello della rottura dei tubi. “Abbiamo tutte le squadre impegnate sul territorio, spiega Valli, e non riusciamo a coprire tutti gli interventi. La siccità del terreno, che a San Marino è prevalentemente argilloso, sta provocando la continua rottura dei tubi che portano l’acqua nelle nostre case. Ancora, aggiunge, non si registrano diminuzioni sostanziali nel consumo di acqua. Si sta facendo il possibile per ottimizzare le risorse del lago del Torello ma per capire la tendenza al risparmio dovremo attendere l’inizio della prossima settimana.
Il direttore dell’azienda per i servizi non è ottimista. Abbiamo davanti, ricorda, quattro settimane davvero critiche e le previsioni meteo non ci aiutano. Valli torna ad invitare i sammarinesi a diminuire il consumo di acqua ma anche a non criminalizzare le strutture pubbliche che se ne servono prima di avere verificato dove la prelevano. L’esempio portato è quello del parco di Dogana, che viene sì tuttora irrigato ma con l’acqua pompata dal torrente Ausa.
Per i privati invece sono arrivate le prime multe. I controlli di Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca proseguono, anche e soprattutto durante la notte quando entrano in funzione gli irrigatori. Ricordiamo che l’ordinanza del Governo fissa il divieto assoluto di servirsi dell’acquedotto pubblico per innaffiare orti, giardini, prati, lavare scale e strade private, riempire piscine, riversare acqua in cisterne e pozzi, lavare privatamente i veicoli. Contravvenzioni salate se si viene colti in fallo: 150 euro alla prima infrazione, 500 alla seconda e 1.000 euro per ogni successiva violazione. Se poi non si ottempera alla diffida di riduzione dei consumi le multe saranno di 1.000, 2.000 e 4.000 euro.
Il direttore dell’azienda per i servizi non è ottimista. Abbiamo davanti, ricorda, quattro settimane davvero critiche e le previsioni meteo non ci aiutano. Valli torna ad invitare i sammarinesi a diminuire il consumo di acqua ma anche a non criminalizzare le strutture pubbliche che se ne servono prima di avere verificato dove la prelevano. L’esempio portato è quello del parco di Dogana, che viene sì tuttora irrigato ma con l’acqua pompata dal torrente Ausa.
Per i privati invece sono arrivate le prime multe. I controlli di Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca proseguono, anche e soprattutto durante la notte quando entrano in funzione gli irrigatori. Ricordiamo che l’ordinanza del Governo fissa il divieto assoluto di servirsi dell’acquedotto pubblico per innaffiare orti, giardini, prati, lavare scale e strade private, riempire piscine, riversare acqua in cisterne e pozzi, lavare privatamente i veicoli. Contravvenzioni salate se si viene colti in fallo: 150 euro alla prima infrazione, 500 alla seconda e 1.000 euro per ogni successiva violazione. Se poi non si ottempera alla diffida di riduzione dei consumi le multe saranno di 1.000, 2.000 e 4.000 euro.
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