La situazione è critica ma i sammarinesi non vogliono crederci. 3 giorni dopo l’ordinanza che ha dichiarato lo stato di emergenza idrica non si registrano diminuzioni nei consumi di acqua. Il Segretario di Stato per gli affari interni, Valeria Ciavatta, ha riunito il Coordinamento per la Protezione Civile, per decidere le misure più adatte a fronteggiare la situazione straordinaria di emergenza idrica.
Il Direttore dell’Azienda di stato per i servizi, Emanuele Valli, è stato chiaro: “se perdura questa situazione - ha detto – siamo garantiti dal Marecchia solo per altri dieci giorni”. E’ necessario che i consumi diminuiscano di almeno il 30%. E’ infatti il fiume a garantire il 65% dell’approvvigionamento idrico della Repubblica, il 18% arriva da Ridracoli e il 14% dall’Hera. Le sorgenti interne forniscono solo il 3% anche se questa mattina il responsabile del servizio di igiene ambientale, Aldo Arzilli, ha detto che per la fonte di Gorgascura tutte le analisi hanno dato finora risultati positivi.
Insomma la nostra principale risorsa idrica, il Marecchia, è ormai all’asciutto ed è per noi tecnicamente impossibile prelevare più acqua da Ridracoli o dall’Hera per la portata delle reti.
Si cerca di far fronte alla situazione con l’ordinanza che vieta di servirsi dell’acquedotto pubblico per innaffiare orti, giardini, prati, lavare piazzali, scale e strade private, riempire piscine, riversare acqua in cisterne e pozzi, lavare privatamente i veicoli, ma si guardano i rischi collegati ad un peggioramento della situazione.
Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca controlleranno per assicurare il rispetto delle regole. Il decreto emanato dal Governo prende di mira soprattutto i grandi consumatori, quei 400 privati che ogni anno consumano mediamente 1.500 litri di acqua al giorno. Multe salate per i trasgressori: possono arrivare a 1.000, 2.000 e 4.000 euro.
Uffici ed enti pubblici sono stati chiamati a ridurre considerevolmente il consumo d’acqua. Il Cons non irriga più i campi di calcio e l’azienda per i servizi ha chiesto di chiudere le piscine del Multieventi e di Tavolucci. Nessun problema invece per l’ospedale che utilizza un serbatoio dedicato e non corre il rischio di rimanere senz’acqua.
Se non interverrà la pioggia ad alzare il livello d’acqua del Marecchia, San Marino dovrà pensare a un piano di razionamento. Una cura mai adottata e che potrebbe rivelarsi pari al male, per la corsa ai rifornimenti e per i danni alle condutture. "Se tutti faranno la loro parte - è la valutazione dei tecnici - la situazione di emergenza è gestibile. Ma senza la partecipazione dei cittadini non esistono alternative per stare tranquilli".
Il Direttore dell’Azienda di stato per i servizi, Emanuele Valli, è stato chiaro: “se perdura questa situazione - ha detto – siamo garantiti dal Marecchia solo per altri dieci giorni”. E’ necessario che i consumi diminuiscano di almeno il 30%. E’ infatti il fiume a garantire il 65% dell’approvvigionamento idrico della Repubblica, il 18% arriva da Ridracoli e il 14% dall’Hera. Le sorgenti interne forniscono solo il 3% anche se questa mattina il responsabile del servizio di igiene ambientale, Aldo Arzilli, ha detto che per la fonte di Gorgascura tutte le analisi hanno dato finora risultati positivi.
Insomma la nostra principale risorsa idrica, il Marecchia, è ormai all’asciutto ed è per noi tecnicamente impossibile prelevare più acqua da Ridracoli o dall’Hera per la portata delle reti.
Si cerca di far fronte alla situazione con l’ordinanza che vieta di servirsi dell’acquedotto pubblico per innaffiare orti, giardini, prati, lavare piazzali, scale e strade private, riempire piscine, riversare acqua in cisterne e pozzi, lavare privatamente i veicoli, ma si guardano i rischi collegati ad un peggioramento della situazione.
Polizia Civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca controlleranno per assicurare il rispetto delle regole. Il decreto emanato dal Governo prende di mira soprattutto i grandi consumatori, quei 400 privati che ogni anno consumano mediamente 1.500 litri di acqua al giorno. Multe salate per i trasgressori: possono arrivare a 1.000, 2.000 e 4.000 euro.
Uffici ed enti pubblici sono stati chiamati a ridurre considerevolmente il consumo d’acqua. Il Cons non irriga più i campi di calcio e l’azienda per i servizi ha chiesto di chiudere le piscine del Multieventi e di Tavolucci. Nessun problema invece per l’ospedale che utilizza un serbatoio dedicato e non corre il rischio di rimanere senz’acqua.
Se non interverrà la pioggia ad alzare il livello d’acqua del Marecchia, San Marino dovrà pensare a un piano di razionamento. Una cura mai adottata e che potrebbe rivelarsi pari al male, per la corsa ai rifornimenti e per i danni alle condutture. "Se tutti faranno la loro parte - è la valutazione dei tecnici - la situazione di emergenza è gestibile. Ma senza la partecipazione dei cittadini non esistono alternative per stare tranquilli".
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