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Emergenza idrica: i tecnici ribadiscono l'allarme sul Titano

11 lug 2007
Il fiume Marecchia
Il fiume Marecchia
Il consumo di acqua deve scendere di almeno il 30%. Lo ribadisce il direttore dell’azienda di stato per i servizi Emanuele Valli sottolineando che ancora non si registra una significativa inversione di tendenza nonostante il rischio di razionamento. “Ce la possiamo fare - spiega - se il settore produttivo e quello domestico agiscono con oculatezza, altrimenti la crisi si acutizzerà perché le batterie non si ricaricano da sole.”
Il livello di acqua del Marecchia si abbassa di giorno in giorno ed è il fiume a garantire il 65% dell’approvvigionamento idrico della Repubblica. Le previsioni del tempo non aiutano. Da domenica ci attende una settimana di caldo torrido, proprio durante il periodo in cui per il Titano potrebbe cominciare il conto alla rovescia verso il razionamento. E la siccità del terreno, che a San Marino è prevalentemente argilloso, sta creando un'altra emergenza: la continua rottura dei tubi che portano l’acqua nelle nostre case. 30 in 15 giorni – sottolinea Valli – nonostante la nostra rete registri perdite dimezzate rispetto al circondario.
L’acqua, al Titano, costa moltissimo. Solo per sollevarla spendiamo qualcosa come 700mila euro all’anno, vale a dire 2mila euro al giorno. I consumi devono scendere. E’ l’unico modo per evitare il razionamento, una scelta mai adottata dalla Repubblica e che potrebbe rivelarsi inutile. Il rischio infatti è quello della corsa ai rifornimenti e di danni alle condutture.
Se tutti faranno la loro parte, è la valutazione dei tecnici, la situazione di emergenza è gestibile. Altrimenti non esistono alternative per stare tranquilli e il rischio è davvero quello di rimanere senz’acqua. Si cerca di far fronte alla crisi e intanto si guarda al futuro perché il problema dell’approvvigionamento idrico sarà sempre più attuale. Il Segretario di Stato per i rapporti con l’azienda di produzione Tito Masi ricorda che si sta elaborando un piano di intervento che prevede accordi con gli enti limitrofi per assicurare maggiori forniture nel medio e lungo termine ma anche studi sulle risorse idriche sotterranee e sulle possibilità di incrementi di invaso.

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