L'approvazione del prima pillola contro il virus dell'epatite C che si può usare in alcuni casi senza l'iniezione con interferone, ''e' una notizia storica, una rivoluzione nella terapia di questa malattia che causa nel nostro Paese 10.000 morti l'anno''. Lo afferma Antonio Gasbarrini, professore di gastroenterologia all'Università Cattolica di Roma. Il farmaco, che utilizza la molecola sofosbuvir, ''è il primo antivirale con azione diretta che unisce una grande efficacia a bassi effetti collaterali - ha aggiunto lo studioso - e che potrà essere utilizzato anche nei malati più gravi per diminuire la progressione della malattia''. Il farmaco può essere utilizzato da solo senza interferone per combattere un sottotipo di virus (genotipo 2). ''A causa dell'elevato costo che si aggiunge ad altri farmaci si dovrà valutare la sostenibilità della spesa al momento della registrazione da parte dell'agenzia dei farmaci europea (Ema) e in Italia''. (ANSA).
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