La storia di Daniel parte da Quarto Oggiaro, periferia di Milano. Alle medie era un bullo temuto da tutti. Il suo modo per guadagnarsi amicizie e rispetto era incutere timore e non avere paura di niente, nemmeno di fare una rapina in banca. E infatti, le rapine, arriva a farle finendo prima al carcere minorile Beccaria e poi tra i grandi al San Vittore. Una storia raccontata senza filtri, per far capire agli studenti delle medie e del centro di formazione professionale di San Marino l'importanza di chiedere aiuto.
"Oggi sono contento di essere qua a raccontare la mia esperienza - afferma Daniel - per far sì che qualcuno possa riflettere e dire che trova dei punti comune tra la sua storia e la mia. È sempre bello incontrare i ragazzi e anche ascoltare loro cosa ne pensano. Tra le cause che mi hanno portato a seguire questo percorso c'è stato di sicuro un ambiente sociale, un ambiente familiare, un ambiente scolastico difficile. Quando le approfondisci bene, le capisci, poi riesci anche a emergerne in un modo migliore".
La svolta per Daniel è stato l'incontro con don Claudio, cappellano del carcere, che lo accoglie nella sua comunità per “ragazzi difficili” che oggi a sua volta aiuta rivestendo il ruolo di educatore. Sono tanti, spiega Daniel, i segnali di allerta che anticipano situazioni complicate. Fondamentale in questi casi il ruolo di adulti e scuola per capirli e correggerli.
"Le competenze di cittadinanza - spiega Benedetta Bindi, Dipartimento Istruzione - sono sempre al centro del lavoro degli insegnanti e quindi il nostro compito anche da fuori, da parte del Dipartimento, è quello di fornire delle occasioni che possano essere significative per i ragazzi per confrontarsi con questi temi".
Nel servizio le interviste a Daniel Zaccaro e Benedetta Bindi (Dipartimento Istruzione)