Sulla cancellazione dell'Eurovision 2020 interviene Alessandro Capicchioni, Capo delegazione di San Marino per l'Esc.
La notizia della cancellazione dell'Eurovision è stata una doccia fredda. Certo, il momento è delicato e i grandi eventi vanno ponderati con delicatezza e sensibilità. Di fatto però ci sono ignote le motivazioni che hanno portato l'EBU a scegliere per una cancellazione tout-court piuttosto che un rinvio al prossimo autunno. Ci siamo fatti promotori di un appello nel quale chiediamo all'European Broadcasting Union di ripensare ad una possibile edizione autunnale, una maniera per ricominciare non solo i palinsesti, ma anche il ritorno alla normalità. A noi si sono uniti diversi broadcaster. Il posticipo sarebbe stata la soluzione ideale per molti di noi, proviamo a pensarci su, abbiamo scritto agli organizzatori. Ed abbiamo allegato una serie di idee alternative. Crediamo nel motto di Rotterdam 2020, #openup, non vogliamo che sia uno #shutdown.
In un'intervista all'Agenzia Dire, il Dg di San Marino Rtv Carlo Romeo aveva ribadito che sarebbe stato preferibile non annullare l'edizione di Eurovision, ma rimandarla “a fine settembre, per averla come apertura dei palinsesti di tutte le tv europee". Due le ragioni: la prima - sottolinea Romeo - riguarda il "tanto lavoro svolto dai concorrenti e da chi già dal luglio scorso sta lavorando a Eurovision 2020"; la seconda riguarda il messaggio da trasmettere; "Nessuno sa se a settembre o a maggio del prossimo anno ci saranno le garanzie per tenere la manifestazione - dice Romeo - ma si può pensare a un'edizione particolare e poi, comunque, l'annullamento dà un'idea di tristezza". Posizione ripresa anche da alcuni siti internazionali dedicati all'Eurovision. "Anche le televisioni e lo spettacolo hanno una responsabilità – conclude - e devono dare un segnale di sopravvivenza e di ritorno alla vita".