Non riesco a darmi pace, per il fatto di dover rispondere ancora una volta- di azioni che non ho mai compiuto”. Marco Mularoni, già vicedirettore di banca Cis, nelle sue dichiarazioni spontanee- davanti al commissario della legge Vico Valentini- , richiama la sua recente assoluzione nel processo Caso Titoli, sottolineando l'impatto di entrambe le vicende giudiziarie sulla sua vita dal punto di vista economico, reputazionale ed emotivo”.
Al centro di questo processo, avviato ormai verso le conclusioni - ed in cui Mularoni è imputato insieme a Daniele Guidi, amministratore delegato e direttore dell'istituto di credito e Marino Grandoni, socio di maggioranza-, l' utilizzo, all'insaputa dell'ISS, di milioni di euro in fondi pensione investiti in pronti contro termine; e anche di titoli di clienti privati – anch'essi inconsapevoli –, quale garanzia per ottenere linee di credito da banche lussemburghesi.
Mularoni ha ribadito la propria estraneità, dal momento che non aveva né titoli ne poteri per compiere determinate le operazioni di cui è accusato “ mai dato in pegno titoli ad altre banche o contrattualizzato situazioni patrimoniali con la clientela” ha ribadito, ricordando come il comitato finanze non avesse poteri in tal senso. In riferimento alla firma sui moduli con la dichiarazione ha spiegato come questa costituisse mero adempimento antiriciclaggio e non attestazione di proprietà dei titoli, ed ha richiamato in tal senso il chiarimento fatto dalla consulente del giudice nell'ultima udienza, “che spazzerebbe via ogni altra illazione o lettura impropria”. Proprio sulla perizia in questione il commissario della Legge ha disposto un supplemento, che con tutta probabilità porterà il proseguo del processo al nuovo anno. In udienza era presente Marino Grandoni: “In banca non lo vedo quasi mai - ha detto Mularoni, rispondendo ad una domanda della difesa dell'ex socio di maggioranza di banca Cis - forse a qualche cena di Natale”.