Kiev ha deciso di vietare l'ingresso in Ucraina per tre anni a Yulia Samoilova, la cantante pop disabile nominata dal 'Primo Canale' rappresentante della Russia all'Eurovision, che si terrà a maggio proprio nella capitale ucraina. Lo riporta il network '112' che cita la portavoce dell'SBU, i servizi di sicurezza ucraini. Samoilova è 'colpevole' di aver cantato in Crimea nel 2015 e di essersi recata nella penisola senza le necessarie autorizzazioni emesse da Kiev.
Il ministro degli Esteri ucraino, Pavel Klimkin, aveva definito una "provocazione" la scelta di candidare la cantante pop disabile Yulia Samoilova come rappresentante della Russia all'Eurovision. "L'SBU sta facendo un controllo, c'è la denuncia (sulla visita della Samoilova in Crimea nel giugno del 2015, ndr) e ritengo che la legge debba essere unica per tutti", aveva dichiarato. "La Russia - ha aggiunto - si esercita da molti anni nella provocazione". Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva smentito l'interpretazione di Kiev. "E' la scelta di un canale televisivo, non vedo alcuna provocazione", aveva detto Peskov. "Si tratta di un concorso internazionale e il Paese ospitante deve rispettare le sue regole", aveva poi chiosato. Un atto "obbrobrioso, cinico e inumano". Così il primo vice ministro degli Esteri russo Grigori Karasin ha definito la decisione di Kiev .
Il ministro degli Esteri ucraino, Pavel Klimkin, aveva definito una "provocazione" la scelta di candidare la cantante pop disabile Yulia Samoilova come rappresentante della Russia all'Eurovision. "L'SBU sta facendo un controllo, c'è la denuncia (sulla visita della Samoilova in Crimea nel giugno del 2015, ndr) e ritengo che la legge debba essere unica per tutti", aveva dichiarato. "La Russia - ha aggiunto - si esercita da molti anni nella provocazione". Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva smentito l'interpretazione di Kiev. "E' la scelta di un canale televisivo, non vedo alcuna provocazione", aveva detto Peskov. "Si tratta di un concorso internazionale e il Paese ospitante deve rispettare le sue regole", aveva poi chiosato. Un atto "obbrobrioso, cinico e inumano". Così il primo vice ministro degli Esteri russo Grigori Karasin ha definito la decisione di Kiev .
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