Gli ex correntisti di banca Cis si sono rivolti alla Corte Europea dei diritti dell'uomo per la violazione dell'Articolo 1 della convenzione Cedu che prevede che “Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può essere privato della sua proprietà se non per causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale”.
La decisione di rivolgersi ad un organo giurisdizionale esterno - spiegano in una nota – dopo che le istituzioni del Titano sono rimaste sorde alle richieste di dialogo per la ricerca di una soluzione. I componenti del comitato ricordano che lo scorso 22 luglio avrebbe dovuto avvenire la restituzione delle obbligazioni, ma a 20 giorni dalla scadenza un intervento legislativo li ha congelati per i prossimi 10 anni e mezzo.
“Risparmiatori e correntisti avevano fondato le loro aspettative e avevano pianificato le loro scelte di vita - scrivono - Confidiamo che quest’iniziativa possa portare chi deve decidere sulla sorte della vita delle persone ad ascoltare finalmente quel grido di dolore che fino ad oggi è rimasto inascoltato”.