I motivi per cui Enac ha fatto saltare l'ipotesi di un commissario "ad acta". Le iniziative messe in campo per riaprire con "urgenza" lo scalo. Il parlamentare di Forza Italia, Daniele Capezzone, fa atterrare a Montecitorio la vicenda dell'aeroporto Federico Fellini di Rimini. Attraverso un'interrogazione diretta al ministro competente, Maurizio Lupi, in cui, prima dei due quesiti finali, sintetizza le tappe fondamentali che hanno portato alla chiusura del "secondo aeroporto della regione per numero annuo di passeggeri e tra i primi in Italia grazie, in particolare, al traffico proveniente dalla Russia". Si parte dalla dichiarazione di fallimento di Aeradria, la società pubblica che gestiva le piste, il 26 novembre 2013. Società, ricorda Capezzone, che "dal 1962 al 1997 ha accumulato un avanzo d''esercizio di circa 10 milioni di euro, per poi, nei successivi 15 anni, accumulare un debito di circa 58 milioni". Poi la pubblicazione da parte di Enac del bando per l''affidamento della gestione il 7 maggio 2014, che non prevedeva tra i requisiti, rimarca il parlamentare azzurro, "l'esperienza aeroportuale". Seguono la vittoria schiacciante della cordata Airiminum e, il 13 ottobre, la riunione da cui spunta l''ipotesi di nomina di un commissario Enac "per la gestione della fase transitoria, due-tre mesi". Con Airiminum ad accollarsi le spese "fino all'assegnazione definitiva, prevista per il 6 novembre". Proposta ritirata dieci giorni dopo "in quanto il tribunale non ha concesso un''ulteriore proroga del curatore fallimentare".
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