La risposta alle esigenze di un territorio, quello italiano e quello sammarinese, che vedono nella mancanza di infrastrutture uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo.
“Federico Fellini Aeroporto Rimini-San Marino”: nella denominazione stessa dello scalo sono accostate i nomi delle due realtà, ‘così vicine e così lontane’. Ma non basta la parola. La storia alle spalle dell’accordo che sancisce ufficialmente l’aeroporto come internazionale ne è prova. E’ iniziata l’11 giugno del 1990, si è conclusa il 31 marzo 2009. Solo la firma dell’accordo di cooperazione con l’Italia infatti ha fatto diventare concretamente operativo un protocollo siglato nel 2000, ed ha aperto uno scenario che prevede per San Marino l’utilizzo del Fellini per tutte quelle attività di aviazione commerciale che possono interessare il Titano, compreso l’utilizzo di zone tecniche della struttura. Ora si apre una nuova fase: primo e fondamentale passo in avanti l’aumento della partecipazione in Aeradria, la società di gestione, finora limitata ad un 3% simbolico. Ma è forse lo sviluppo di una compagnia di bandiera l’elemento più innovativo per il potenziamento dello scalo.
La situazione di Alitalia infatti ha fatto sì che soprattutto ultimamente compagnie straniere si inserissero con maggiore aggressività sul mercato italiano. Per questo il presidente di Aeradria, Massimo Masini, insiste nell’ipotesi che anche per l’Italia sarebbe conveniente puntare su una operazione analoga con i colori del Titano. Concludendo: i presupposti per una effettiva internazionalizzazione sono sul piatto: il Fellini potrà contare su un’iniezione di danaro fresco e potrà fare finalmente l’agognato salto di qualità, diventando aeroporto ufficiale di uno Stato sovrano. Le prospettive, in particolare in settori come congressuale e comparto turistico, sarebbero notevoli. Per il territorio riminese e per San Marino.
Sara Bucci
“Federico Fellini Aeroporto Rimini-San Marino”: nella denominazione stessa dello scalo sono accostate i nomi delle due realtà, ‘così vicine e così lontane’. Ma non basta la parola. La storia alle spalle dell’accordo che sancisce ufficialmente l’aeroporto come internazionale ne è prova. E’ iniziata l’11 giugno del 1990, si è conclusa il 31 marzo 2009. Solo la firma dell’accordo di cooperazione con l’Italia infatti ha fatto diventare concretamente operativo un protocollo siglato nel 2000, ed ha aperto uno scenario che prevede per San Marino l’utilizzo del Fellini per tutte quelle attività di aviazione commerciale che possono interessare il Titano, compreso l’utilizzo di zone tecniche della struttura. Ora si apre una nuova fase: primo e fondamentale passo in avanti l’aumento della partecipazione in Aeradria, la società di gestione, finora limitata ad un 3% simbolico. Ma è forse lo sviluppo di una compagnia di bandiera l’elemento più innovativo per il potenziamento dello scalo.
La situazione di Alitalia infatti ha fatto sì che soprattutto ultimamente compagnie straniere si inserissero con maggiore aggressività sul mercato italiano. Per questo il presidente di Aeradria, Massimo Masini, insiste nell’ipotesi che anche per l’Italia sarebbe conveniente puntare su una operazione analoga con i colori del Titano. Concludendo: i presupposti per una effettiva internazionalizzazione sono sul piatto: il Fellini potrà contare su un’iniezione di danaro fresco e potrà fare finalmente l’agognato salto di qualità, diventando aeroporto ufficiale di uno Stato sovrano. Le prospettive, in particolare in settori come congressuale e comparto turistico, sarebbero notevoli. Per il territorio riminese e per San Marino.
Sara Bucci
Riproduzione riservata ©