Fermo biologico: da Trieste fino ad Ancona, stop alle attività della flotta peschereccia. E' la prima zona della penisola interessata dal provvedimento, da anni in vigore tra l'estate e l'autunno per permettere il ripopolamento della fauna ittica e favorirne la riproduzione. Da oggi al 9 settembre per Friuli, Veneto, Emilia-Romagna e parte delle Marche; posticipato di qualche settimana per il resto dell'Adriatico (da San Benedetto del Tronto a Termoli dal 13 agosto al 23 settembre; da Manfredonia a Bari dal 27 agosto al 7 ottobre) e di oltre un mese per il Tirreno (da Brindisi a Roma da 10 settembre al 9 ottobre; da Civitavecchia a Imperia dal 1 al 30 ottobre).
E arriva puntualmente il monito di Coldiretti: “In un Paese come l'Italia, che importa circa i 2/3 del pesce nei territori interessati dal fermo, aumenta il rischio di trovare nel piatto prodotti stranieri e surgelati”. Vale però ricordare che lo stop biologico interessa la sola pesca cosiddetta "allo strascico" e le volanti per il pesce azzurro, non invece “gli allevamenti nazionali e la produzione locale delle barche da piccola pesca”, quelle equipaggiate con strumenti fissi, che continueranno così ad operare nel nostro mare rifornendo i mercati ittici di prodotto fresco e di stagione.
Soddisfazione da ACI PESCA - rappresenta 450 imprese solo tra le marinerie da Cattolica a Ravenna per oltre 1700 addetti - per l'applicazione a scacchiera del fermo, con date differenziate sul territorio nazionale, consentendo così di “cogliere le diverse peculiarità del mare e, nel contempo, garantire al consumatore, per tutto il periodo estivo, la presenza del prodotto ittico dell’Adriatico”.
E arriva puntualmente il monito di Coldiretti: “In un Paese come l'Italia, che importa circa i 2/3 del pesce nei territori interessati dal fermo, aumenta il rischio di trovare nel piatto prodotti stranieri e surgelati”. Vale però ricordare che lo stop biologico interessa la sola pesca cosiddetta "allo strascico" e le volanti per il pesce azzurro, non invece “gli allevamenti nazionali e la produzione locale delle barche da piccola pesca”, quelle equipaggiate con strumenti fissi, che continueranno così ad operare nel nostro mare rifornendo i mercati ittici di prodotto fresco e di stagione.
Soddisfazione da ACI PESCA - rappresenta 450 imprese solo tra le marinerie da Cattolica a Ravenna per oltre 1700 addetti - per l'applicazione a scacchiera del fermo, con date differenziate sul territorio nazionale, consentendo così di “cogliere le diverse peculiarità del mare e, nel contempo, garantire al consumatore, per tutto il periodo estivo, la presenza del prodotto ittico dell’Adriatico”.
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