Da tempo ormai in tutte le auto diesel esiste il filtro anti particolato (FAP). Si tratta di uno strumento, installato nell’impianto di scarico, che limita l’emissione delle polveri sottili e riduce quindi l’inquinamento. Un dispositivo che però, soprattutto per chi percorre pochi chilometri e non viaggia a velocità sostenute e costanti, negli anni può portare problemi, intasandosi. L’utilizzo sporadico del veicolo e per brevi tratti è la principale causa dei guasti, secondo i meccanici. Da qui la richiesta a officine compiacenti di inibirlo o “tagliarlo”. Spesso sono invece le stesse concessionarie di auto usate a proporre questa manomissione, in modo che il cliente non si trovi dopo qualche tempo con una spia accesa.
Ma poi, in fase di revisione dell'auto, cosa succede? Purtroppo – pare – niente, almeno a oggi, a meno che la manomissione non sia visibile a occhio nudo quando l'operatore controlla il sottoscocca, alzando l'auto sul ponte. Potrebbe però cambiare qualcosa dall'introduzione, a partire dal 24 febbraio 2024, del nuovo apparecchio Scantool, un dispositivo che si collega alla porta OBD del mezzo, quindi alla centralina, per rilevare eventuali irregolarità. A dir la verità non è ancora certo se il nuovo sistema riuscirà ad accorgersi del “taglio” del filtro anti particolato; attualmente pochi centri di revisioni lo hanno in uso, visto che possono attendere la scadenza di validità delle attrezzature prima di passare al nuovo sistema. Ma, stando a Federispettori, il sindacato degli ispettori tecnici addetti alla revisione, si può rilevare una eventuale manomissione sia dai livelli di opacità, sia dalla presenza o meno della spia di controllo sul cruscotto del veicolo. Quasi tutti i veicoli con manomissione, anche se non visibile dalla carcassa di scarico, non hanno più la presenza della spia corrispondente a bordo del veicolo. Il nuovo controllo OBD rileverà automaticamente gli errori memorizzati nella centralina motore, fornendo un resoconto immediato delle anomalie riscontrate.
L'inibizione del FAP rimane però – è bene sottolinearlo – una manomissione grave del veicolo, con tutto ciò che comporta in termini di sanzioni e ritiro del libretto di circolazione, oltre che a livello ambientale.
Federispettori mette quindi in guardia tutti coloro che cercano di “fregare il sistema”. Fra le decine di controlli che compongono la revisione, ricorda che i veicoli con spie accese non possono superarla con esito positivo e le probabilità di averla accesa a seguito della rimozione del “dispositivo di post-trattamento”, il FAP appunto, sono alte. E ammonisce: “Diffidate della garanzia “nessuna spia accesa” promessa spesso da chi effettua questi lavori. Sicuramente con il tempo ne compariranno alcune a causa dei valori alterati nella centralina manomessa e in pochi saranno capaci di capirne”.