Tre pattuglie, a poche centinaia di metri l’una dall’altra, nel solo accesso principale alla Repubblica, quello di Dogana. Le altre dislocate negli altri varchi di confine, a Galazzano, Acquaviva, Chiesanuova e Borraccia. Qui, per una distrazione degli agenti, la pattuglia ha sconfinato e si è piazzata in territorio sammarinese, ma la gendarmeria è intervenuta e suggerito uno spostamento di qualche decina di metri. 12 in tutte le auto delle Fiamme Gialle impegnate nell’operazione di monitoraggio di chi entrava e usciva dalla Repubblica. 9 in postazione e 3 invece mobili, di supporto ai colleghi. 36 gli agenti impiegati nel controllo delle auto di passaggio dalle 7 alle 11 di questa mattina.
Una normale operazione di controllo l’hanno definita i vertici della Guardia di Finanza riminese, semplice routine. Ma non a tutti è sembrato così, l’imponenza dell’operazione ha ricordato da vicino il sofferto accerchiamento del ‘97. A muovere la Guardia di Finanza la normativa europea antiriciclaggio, i controlli valutari sulle persone che entrano od escono dal territorio italiano, che non possono detenere somme contanti superiori ai 10 mila euro senza averne fatto regolare denuncia. Molte le automobili fermate, numerose quelle ispezionate, a qualcuno, addirittura, si è chiesto di aprire il proprio portafoglio. “E’ normale – ci ha spiegato il colonnello Lucignano – in caso di risposta negativa, alla domanda sul possesso di denaro contante superiore ai 10 mila euro, è automatico il controllo e l’eventuale sequestro della somma non dichiarata. Di qui la disponibilità degli stessi automobilisti a mostrare il portafoglio personale”.
Stando alle prime informazioni tutti i fermati avevano somme inferiori alla soglia di legge, diversi, comunque, portavano con sé 7, 8 o anche 9 mila euro. Per nessuno è scattato il sequestro. A questa prima operazione, ne seguiranno altre nei prossimi giorni e in fasce orarie diverse. Interessanti vengono definiti i dati raccolti, che uniti a quelli che arriveranno in futuro consentiranno di avere un quadro più preciso del flusso di denaro da e verso la Repubblica di San Marino.
Sergio Barducci
Una normale operazione di controllo l’hanno definita i vertici della Guardia di Finanza riminese, semplice routine. Ma non a tutti è sembrato così, l’imponenza dell’operazione ha ricordato da vicino il sofferto accerchiamento del ‘97. A muovere la Guardia di Finanza la normativa europea antiriciclaggio, i controlli valutari sulle persone che entrano od escono dal territorio italiano, che non possono detenere somme contanti superiori ai 10 mila euro senza averne fatto regolare denuncia. Molte le automobili fermate, numerose quelle ispezionate, a qualcuno, addirittura, si è chiesto di aprire il proprio portafoglio. “E’ normale – ci ha spiegato il colonnello Lucignano – in caso di risposta negativa, alla domanda sul possesso di denaro contante superiore ai 10 mila euro, è automatico il controllo e l’eventuale sequestro della somma non dichiarata. Di qui la disponibilità degli stessi automobilisti a mostrare il portafoglio personale”.
Stando alle prime informazioni tutti i fermati avevano somme inferiori alla soglia di legge, diversi, comunque, portavano con sé 7, 8 o anche 9 mila euro. Per nessuno è scattato il sequestro. A questa prima operazione, ne seguiranno altre nei prossimi giorni e in fasce orarie diverse. Interessanti vengono definiti i dati raccolti, che uniti a quelli che arriveranno in futuro consentiranno di avere un quadro più preciso del flusso di denaro da e verso la Repubblica di San Marino.
Sergio Barducci
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