Gli editori televisivi dovranno liberare la cosiddetta “banda 700” (quella che va dai 694 ai 790 Mhz), ma Mediaset e il gruppo Cairo, che gestisce i ripetitori di LA7, non ci stanno e ricorrono al Tar per difendere le proprie frequenze che lo Stato metterà all'asta in favore delle compagnie telefoniche. I due gruppi non accettano quindi le norme previste, secondo regole europee, dal ministero dello Sviluppo e dall'AgCom, che è il Garante delle Comunicazione. I ricorsi richiedono l'annullamento di una delibera del Garante (la 137 del 2018) che avvia una sorta di “piano regolatore dell'etere” e che contempla la liberazione della “banda 700”. L'eventuale accoglimento delle contestazioni potrebbe rinviare l'intera asta.
La Rai - il cui cda si è riunito in mattinata per l'audizione di Stefano Ciccotti, che si occupa delle infrastrutture tecniche, il Cto – al momento non ha preso posizione. Rai che dovrà valutare l'impatto economico di due eventi: da una parte, appunto, la liberazione della banda (che, da calendario, andrà dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022) e, dall'altra, l'obbligo, in quanto servizio pubblico, di raggiungere col segnale la totalità delle famiglie italiane. Ancora da stabilire anche la ripartizione dei 747 milioni stanziati dallo Stato per le frequenze, ora in mano ai network televisivi.
fm
La Rai - il cui cda si è riunito in mattinata per l'audizione di Stefano Ciccotti, che si occupa delle infrastrutture tecniche, il Cto – al momento non ha preso posizione. Rai che dovrà valutare l'impatto economico di due eventi: da una parte, appunto, la liberazione della banda (che, da calendario, andrà dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022) e, dall'altra, l'obbligo, in quanto servizio pubblico, di raggiungere col segnale la totalità delle famiglie italiane. Ancora da stabilire anche la ripartizione dei 747 milioni stanziati dallo Stato per le frequenze, ora in mano ai network televisivi.
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