Per fronteggiare furti e rapine non servono ricette improbabili. Ronde, poliziotti di quartiere, disoccupati e uomini della Milizia improvvisati in guardiani armati, leggi che autorizzano l'uso della violenza e di armi da fuoco contro ospiti indesiderati: in questi giorni, dai quotidiani come dagli ambiti politici e istituzionali, si sono sentite soluzioni fantasiose ma anche pericolose per gli stessi cittadini. A chi propone di trasformare il Titano in un far west, Luciano Menicucci, titolare della Security Patrol, istituto di vigilanza privata presente a San Marino da 30 anni, risponde che in verità la sicurezza non è un gioco. “Dovrebbe occuparsene- manda a dire- chi ha competenze ed esperienza sul campo”, insomma, chi lo fa di professione. E a San Marino in realtà “uomini e competenze non mancano”, aggiunge. Infatti esistono due realtà impegnate sul fronte della sicurezza in territorio: quella pubblica, ovvero le forze dell'ordine, che lottano quotidianamente contro la micro-criminalità, e quella privata che, al pari di Polizia civile, Gendarmeria e Guardia di Rocca, ha uomini addestrati, competenti e con esperienza. Le due realtà collaborano già, spiega Menicucci, che suggerisce però di intensificare e rafforzare coordinamento e cooperazione: “Un'intesa più stretta tra i nostri uomini è l'unico modo- prosegue- per potenziare la copertura e il controllo dell'intero territorio sammarinese”.
Affinché i suoi collaboratori possano intervenire in maniera più incisiva nel contrastare furti e rapine, il titolare di Security Patrol chiede poi maggiore autonomia. “Dall'uso di lampeggianti per esempio- chiarisce- alla possibilità di intervenire subito, in flagranza di reato, perché se si aspetta la pattuglia delle forze dell'ordine è chiaro che diventa difficile poter fermare i colpevoli”.
A questo scopo bisognerebbe mettere mano alla normativa per facilitare l'intervento immediato contro i malintenzionati “non da parte di uno sprovveduto- sottolinea Menicucci- ma dei professionisti della sicurezza”.
Infine, il titolare dell'azienda sammarinese apre una parentesi polemica contro chi sollecita il ricorso della Milizia per presidiare e monitorare il territorio. “La polizia privata è fatta di professionisti addestrati, soggetti a controlli periodici e a formazione, per cui la sicurezza è il proprio mestiere, vivono di quello”, spiega. I Militi invece hanno già un altro lavoro e se si ricorre loro anche per ogni attività relativa alla sicurezza, non solo gli si garantisce un doppio stipendio, ma si mette in pratica anche “una concorrenza sleale” nei confronti di chi invece, conclude, da 30 anni – malgrado la crisi- continua a dare lavoro e a pagare le tasse.
Comunicato stampa Security Patrol
Affinché i suoi collaboratori possano intervenire in maniera più incisiva nel contrastare furti e rapine, il titolare di Security Patrol chiede poi maggiore autonomia. “Dall'uso di lampeggianti per esempio- chiarisce- alla possibilità di intervenire subito, in flagranza di reato, perché se si aspetta la pattuglia delle forze dell'ordine è chiaro che diventa difficile poter fermare i colpevoli”.
A questo scopo bisognerebbe mettere mano alla normativa per facilitare l'intervento immediato contro i malintenzionati “non da parte di uno sprovveduto- sottolinea Menicucci- ma dei professionisti della sicurezza”.
Infine, il titolare dell'azienda sammarinese apre una parentesi polemica contro chi sollecita il ricorso della Milizia per presidiare e monitorare il territorio. “La polizia privata è fatta di professionisti addestrati, soggetti a controlli periodici e a formazione, per cui la sicurezza è il proprio mestiere, vivono di quello”, spiega. I Militi invece hanno già un altro lavoro e se si ricorre loro anche per ogni attività relativa alla sicurezza, non solo gli si garantisce un doppio stipendio, ma si mette in pratica anche “una concorrenza sleale” nei confronti di chi invece, conclude, da 30 anni – malgrado la crisi- continua a dare lavoro e a pagare le tasse.
Comunicato stampa Security Patrol
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