“Non siamo tranquilli- dichiara il presidente dell’Usot – e chiediamo alla politica che prenda provvedimenti al più presto”. Paolo Rossi rileva con amarezza che il paese ha perso la sua proverbiale tranquillità, un fiore all’occhiello che contribuiva a rafforzarne l’immagine positiva all’estero. Auspica quindi una maggiore prevenzione, con controlli soprattutto ai confini. Quella dell’Usot non vuole essere una critica ai corpi di polizia, ma mette l’accento sui problemi di organico. La gendarmeria conta 86 militari. La sezione servizi preventivi e di pronto intervento garantisce la presenza sul territorio di almeno due pattuglie nell’arco delle 24 ore. A queste si affiancano, a seconda dei giorni e delle circostanze, una o due pattuglie in borghese. In appoggio c’è anche una pattuglia della Polizia civile e un’altra della Guardia di rocca. Il Comandante della Gendarmeria fa un distinguo tra sicurezza e percezione della sicurezza. Guardando alle statistiche rivela che, rispetto all’anno scorso, non c’è stato un aumento dei furti. Anzi, ad oggi i dati parlano di un calo. “Anche se questo – sottolinea Zechini – non significa che bisogna rilassarsi; perché non ci si può permettere di stare tranquilli neppure quando non succede nulla”. Riguardo all’organico, secondo il comandante più mezzi non garantiscono maggiore sicurezza. “Non sempre c’è automatismo – spiega - perché tecnologia e personale vanno organizzati”. E a proposito dei controlli ai confini, sottolinea di non avere mai ricevuto obiezioni da parte della politica circa l’installazione di strumentazioni in via sperimentale. I passi sono stati compiuti, ma se oggi nulla è stato fatto è perché c’è stata l’opposizione di burocrati.
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