Non una, ma probabilmente due bande. Non sempre composte dagli stessi componenti, che in parte sono italiani, in parte provenienti da Albania, Romania, Ungheria e altri paesi dell’est. Agiscono su commissione e hanno contatti diretti con organizzazioni malavitose romagnole e marchigiane, specializzate nel rivendere la refurtiva. Si servono, sicuramente, di informatori che frequentano quotidianamente San Marino. Sono professionisti del furto, ma – probabilmente – non sono criminali pericolosi nel senso che non dovrebbero essere armati. Questo il profilo, a grandi linee, di chi da mesi, sta mettendo a segno colpi notturni, nelle aziende sammarinesi. La Gendarmeria ha da qualche tempo intensificato i controlli nelle zone e negli orari, considerati piu’ a rischio. Fondamentale è e sarà la collaborazione con le forze dell’ordine italiane che si misurano, in Romagna e nella marche, con le stesse bande. I riscontri incrociati sono inequivocabili. Ma sorprenderli sul fatto, in flagranza di reato, è molto difficile sul Titano. Il territorio è molto vasto e per i malviventi il buon esito del colpo è spesso garantito dalla vicinanza del confine di stato. Fondamentali diventano dunque le indagini, in collaborazione con polizia italiana e carabinieri. Rintracciando il materiale rubato è possibile ripercorrere a ritroso il cammino che ha fatto fino ai mandanti e agli esecutori.
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