Il Collegio Garante ha accolto il ricorso delle categorie economiche, nonché soci di Camera di Commercio S.p.A., e dichiarata l’illegittimità costituzionale dei decreti delegati che - di fatto - avevano modificato in via unilaterale, quindi scavalcando l’organo assembleare, lo “Statuto dell’Agenzia per lo Sviluppo Economico – Camera di Commercio S.p.A.”
"Decreti che hanno modificato con un illegittimo atto d’imperio i quorum costitutivi e deliberativi dell’assemblea - scrivono Anis, Osla,Unas, Usc e Usot - le regole di nomina del Consiglio di Amministrazione, conferendo pieni poteri al socio di maggioranza e cioè all’Eccellentissima Camera e conseguentemente alla sua guida politica, azzerando il potere decisionale dei soci privati". Una 'gravissima forzatura da parte del governo', avevano dichiarato all'epoca, mentre l'esecutivo aveva ribadito come non ci fosse nulla di strano: "chi è socio di maggioranza ed è l'unico a mettere ogni anno soldi freschi nella società, ha diritto ad avere la maggioranza dei membri del Consiglio di Amministrazione".
"I Soci privati della società per azioni - concludono le associazioni - hanno tentato in una prima fase numerosi e vani tentativi di conciliazione ma una volta emanati i decreti si sono visti costretti ad agire per le vie legali per la difesa dei principi fondamentali dell’ordinamento".