Una cinquantina i pazienti a carico (2018); in prevalenza, benché leggera, sono di sesso maschile - spiega il Responsabile della UOS Dipendenze Patologiche, Paolo Normanni – così come diversificata è l'età. Una tendenza si può tracciare in base al tipo di sostanza: pazienti giovanissimi o neo-maggiorenni più legati al consumo di cannabinoidi, mentre per la fasce dai 35 anni in su a prevalere è la cocaina.
In testa sta proprio l'assunzione di cocaina, poi l'eroina che torna a crescere, seguono cannabinoidi e droghe sintetiche. Un trend che si conferma a livello internazionale: quello della poliassunzione di droghe, associata anche alla dipendenza da alcol. Difficile identificare i motivi, ma dal dottor Normanni anche una lettura del contesto alle spalle dei pazienti, nel riscontrare un avvicinamento all'uso di droghe che - dice – “avviene prevalentemente in situazioni sociali di omologazione”.
La presa in carico da parte del Servizio è a 360 gradi, coinvolgendo necessariamente famiglia e parenti, per un fenomeno – osserva ancora Normanni – “sommerso, molto più esteso e che non vediamo”. Accanto agli accessi spontanei, anche tutti i passaggi per esami tossicologici su pazienti inviati da Polizia Civile e Gendarmeria dopo i controlli su strada, o esperimenti probatori su chi abbia procedimenti penali per detenzione, uso e spaccio.