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Giovani a rischio di analfabetismo

16 ago 2004
Giovani a rischio di analfabetismo
Un 18enne su 4 è a rischio di analfabetismo. Il problema, secondo una indagine promossa dall’OCSE, interessa gran parte dei paesi industrializzati. A settembre, su iniziativa della Segreteria di Stato per gli affari sociali, la stessa indagine sarà effettuata anche a San Marino, proprio per accertare il profilo culturale della popolazione adulta. In attesa di vedere come andranno le cose in casa nostra, non restare che prendere atto di quello che accade nella vicina Italia. Finora, infatti, l’Ocse ha esaminato i giovani di 32 paesi europei e i ragazzi italiani se lo sono cavata davvero male, piazzandosi 20esimi nella comprensione di un brano scritto, 23esimi nella cultura scientifica e al 26esimo posto nelle conoscenze matematiche. Cosa hanno fatto i ricercatori? Semplice, sono andati da un campione di popolazione e hanno somministrato una serie di test per capire quanto, questi signori, siano in grado di comprendere un testo scritto, un grafico, qualche addizione o qualche conto della spesa. Niente di trascendentale, cose in cui ci si imbatte tutti i giorni nella vita quotidiana. I risultati sono al di là di ogni pessimismo possibile. Gli italiani perdono colpi e si vede. Ma non si deve pensare che si sta tornando analfabeti. Quello che si perde invece è la capacità di utilizzare l’alfabeto per capire e per comunicare. Sta aumentando la gente che si esprime con un vocabolario povero e che capisce solo concetti elementari. L’illetteratismo sta prendendo piede anche tra quei ceti che una volta si sarebbero definiti intellettuali. L’8% di coloro che, nella ricerca, si trova al livello più basso, quello che viene considerato al limite dell’analfabetismo, è laureato. Il 10% diplomato. Ma tra i ragazzi che sono a scuola o che l’hanno appena lasciata, il dato è un impressionante 48%. Più della metà di una generazione con altissimi tassi di scolarizzazione, non possiede la cultura di base, quella alfabetica. Vale a dire che non è in grado di utilizzare il linguaggio scritto per produrre messaggi che richiedono una, anche se modesta, organizzazione del discorso. L’Ocse sta studiando questo inedito conflitto di classe e registra la crescita costante di illetterati incapaci di prenotare un albergo, leggere le avvertenze sui farmaci, fare una moltiplicazione. Una nuova generazione globalizzata dalla TV , da Internet e dal telefonino dove, anche la comunicazione verbale, è sostituita da sms che storpiano la grammatica con la scusa di guadagnare tempo.

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