Una produzione che è sintesi perfetta tra aspetto cinematografico e componente antropologico-emozionale. “L’emigrazione per San Marino – ha detto il Segretario di Stato, Francesca Michelotti presentando l’iniziativa – non è stato un fenomeno secondario ma strutturale, a cui si deve conferire l’importanza che merita”.
Il film tratta un modello migratorio – quello in Brasile, e precisamente a Muqui, un paesino nello Stato dello Spirito Santo – che non può essere definito di successo, riportando alla mente drammi di oggi come le bieche azioni compiute dagli scafisti.
Molti infatti, armati di coraggio, nel 1895 partirono in cerca di fortuna sognando gli Stati Uniti e l’Argentina, ma con l’inganno si ritrovarono a lavorare nelle piantagioni brasiliane, catapultati in una realtà peggiore di quella lasciata in patria e senza alcuna possibilità di ritorno.
Una storia di emigrazione quasi dimenticata, ma raccontata ora attraverso il quotidiano dei discendenti, cercando le tracce rimaste del nostra cultura per riallacciare il legame con la terra d’origine.
Il film tratta un modello migratorio – quello in Brasile, e precisamente a Muqui, un paesino nello Stato dello Spirito Santo – che non può essere definito di successo, riportando alla mente drammi di oggi come le bieche azioni compiute dagli scafisti.
Molti infatti, armati di coraggio, nel 1895 partirono in cerca di fortuna sognando gli Stati Uniti e l’Argentina, ma con l’inganno si ritrovarono a lavorare nelle piantagioni brasiliane, catapultati in una realtà peggiore di quella lasciata in patria e senza alcuna possibilità di ritorno.
Una storia di emigrazione quasi dimenticata, ma raccontata ora attraverso il quotidiano dei discendenti, cercando le tracce rimaste del nostra cultura per riallacciare il legame con la terra d’origine.
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