Dpi: una sigla che fino a pochi mesi fa era nota soltanto agli addetti ai lavori e che invece oggi ognuno di noi sa identificare. I dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherine ormai sono entrati a far parte della nostra quotidianità: ne distinguiamo modelli e tipologie di utilizzo, ma li utilizziamo veramente nel modo corretto? Molti esperti dicono di no, anzi, il falso senso di familiarità che abbiamo acquisito con questi oggetti ci porti ad utilizzarli maldestramente finendo per favorire, anziché prevenire, il contagio.
La mascherina chirurgica ad esempio, spiega all'Ansa Carlo Perno, docente di microbiologia e virologia all'Università Statale di Milano, può ridurre fino a un quinto il rischio di contagio, ma deve essere integra, non usurata e non bagnata. Può essere riusata se ancora in buone condizioni: basta metterla a prendere aria, "evitando però di appenderla all'attaccapanni vicino ad altri indumenti e non appoggiandola a diretto contatto col tavolo di lavoro se condiviso con altri colleghi e non sanificato". Per tutti coloro che operano nel campo della cura della persona è necessario l'utilizzo anche della visiera che funge da barriera meccanica contro le goccioline di saliva.
Molto importante il corretto utilizzo dei guanti che se usati in maniera scorretta possono addirittura favorire il contagio: vanno cambiati molto spesso e non ci si deve mai toccare il volto quando si indossano. Più sicuro stare a mani nude lavandole e igienizzandole spesso se non si seguono le disposizioni.
Molto importante infine è il loro smaltimento: guanti e mascherine vanno gettati nella raccolta indifferenziata. Mai lasciati a terra.