Focus sugli aiuti alla popolazione Le squadre di soccorso che hanno scavato con attrezzature leggere lasciano il passo a gru e ruspe per la rimozione delle macerie. Non c’è più speranza di trovare qualcuno in vita. Ma chi cerca un familiare, non ci sta. Molti continuano a scavare da soli per estrarre almeno i corpi. Nelle fosse comuni le vittime sono state gettate senza procedere all’identificazione. C’è anche la disperazione di chi non sa dove andare a piangere i propri cari. A ormai dieci giorni dal terremoto I grandi network internazionali stanno intanto lasciando Haiti, anche se la situazione è ancora drammatica. A Port au prince non ci sono più cadaveri per le strade, ma nei sobborghi e in alcune località più periferiche non sono neppure arrivati gli aiuti internazionali. Lo sciacallaggio imperversa. L’Unicef segnala inoltre il problema delle adozioni irregolari, a cui sarebbe riconducibile la sparizione di almeno 15 bambini che erano ricoverati negli ospedali. Il piano del governo di Haiti e dell'Onu per la sistemazione degli sfollati dopo il sisma prevede nella prima fase la creazione di una dozzina di campi attrezzati con tende, mentre nella seconda imprese private costruiranno appartamenti con l'aiuto degli stessi senzatetto. Preziossimo il ruolo di medici senza frontiere che gestisce 10 sale operatorie e cinque cliniche mobili. Ben 900 gli interventi chirurgici effettuati.
Luca Salvatori
Luca Salvatori
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