A poco meno di un anno dal devastante terremoto che uccise oltre 250.000 persone, Haiti resta in ginocchio. 3.333 vittime, è l’ultimo tragico bilancio dell’epidemia di colera che ha colpito l’isola da metà ottobre. Il dato precedente – del 20 dicembre – parlava di 2.900 vittime. Il numero dei contagi sfiora invece le 150.000 unità. Una situazione drammatica, potenzialmente fuori controllo specialmente nella Capitale Port Au Prince, dove 1 milione e mezzo di sfollati vivono in condizioni igieniche spaventose. E intanto cresce la rabbia degli haitiani verso le forze di sicurezza straniere. Nelle settimane scorse si era parlato di responsabilità internazionali nella diffusione dell’epidemia. Secondo alcune fonti, la malattia sarebbe stata involontariamente portata sull’isola da un contingente di caschi blu nepalesi. Notizie che al momento non trovano conferma, ma più che sufficienti per scatenare l’odio di migliaia di haitiani verso gli stranieri. E intanto, dall’altra parte del Globo, un nuovo allarme. La Corea del Sud ha confermato l’esistenza di due focolai di influenza aviaria: la malattia che – dal 2003 – ha ucciso oltre 240 persone in tutto il Mondo. Due gli allevamenti di pollame contaminati. Al momento nessun caso di contagio umano.
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