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In ospedale un questionario per l'umanizzazione delle cure

Mularoni: "Ci metterà in linea per l'accreditamento con le strutture sanitarie italiane"; Bevere: "L'accoglienza e l'abbraccio sono una carezza sul cuore, a volte più efficace di uno schema terapeutico”

di Monica Fabbri
23 mag 2024

Umanizzare le cure significa mettere la persona al centro, ascoltare la sua voce, con lo sguardo rivolto alla fragilità. E' la grande sfida dell'ospedale di Stato, che attraverso un questionario raccoglierà l'opinione – in forma anonima – dell'utenza nei reparti di degenza, per migliorare assistenza, programmi diagnostici e terapeutici.

Fondamentale per una sanità di qualità che voglia anche essere in linea con gli standard di accreditamento richiesti dalle strutture limitrofe. Tema a tal punto caro al Segretario Mariella Mularoni, da averlo inserito nel nuovo atto organizzativo.

“La persona viene presa nella sua totalità in un percorso assistenziale sanitario e sociosanitario. L'obiettivo – spiega - è prendersi cura dei più fragili, bisognosi di un sostegno. Sono i requisiti per una sanità di eccellenza”. Per avviare questo percorso virtuoso – afferma il Direttore di Dipartimento Ospedaliero Giovanni Landolfo - occorre dedicare al paziente tempo, rubandolo a prestazioni che non portano nulla. Entra quindi in gioco “l'alfabetizzazione”, vale a dire l'educazione ad emozioni, stato di salute e malattia, “perché ci sono molte richieste di diagnostica senza reali motivi, ma nessun sistema può erogare prestazioni all'infinito”.

La crescita della qualità tecnica – afferma il Direttore Iss Francesco Bevere - non deve distogliere l'attenzione dalla persona, che improvvisamente si toglie la giacca, si allontana dagli affetti per ricoverarsi in ospedale, entrando in un sistema di regole fin troppo rigide. Va adeguatamente accolta. Una pacca sulla spalla, oltre alla flebo – rimarca - può fare la differenza.

“Più aumenta la capacità tecnico/specialistica di una struttura ospedaliera o di un ente sanitario, più vi è necessità di mettere in equilibrio il tempo dedicato all'indagine tecnica e alla terapia, con la spiegazione in termini semplici. Perché la semplicità, la trasparenza, l'accoglienza e l'abbraccio che riceve un persona sono una carezza sul cuore, a volte più efficace di uno schema terapeutico”.





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