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L'inchiesta della procura di Catanzaro: arrivano le prime querele

21 giu 2007
L'inchiesta della procura di Catanzaro: arrivano le prime querele
Dopo le accuse, le perquisizioni, le intercettazioni, ora fioccano le querele di alcuni imputati. A partire dal personaggio intorno al quale ruota l’intera inchiesta: Antonio Saladino, ex personaggio di spicco della Compagnia delle Opere, ritenuto artefice di un ricatto occupazionale in una regione già depressa quale la Calabria. “Ho querelato – dice Saladino - i due testimoni della Procura di Catanzaro che mi coinvolgono nella vicenda”.
Così come il vicepresidente della regione Calabria Nicola Adamo: insieme alla moglie ha deciso di sporgere denuncia per falsa testimonianza nei confronti – anche in questo caso - di due testimoni.
Eppure, a quanto è dato sapere, il teste chiave dell’accusa è una sola persona: Caterina Merante, ex direttrice della società “Why not” da cui prende il nome l’inchiesta. Chi è il secondo testimone cui fanno riferimento Saladino e Adamo?
Nel frattempo anche i presidenti dei gruppi del consiglio regionale della Calabria – all’unanimità – hanno dato mandato al Presidente dell’Assise di prendere ogni iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell’onorabilità dell’Assemblea. Ma nonostante ciò l’indagine va avanti e nella rete di collegamenti emersi nell’inchiesta della Procura di Catanzaro ci sono anche due magistrati, di cui tuttavia non viene fatto il nome. Intanto Piero Scarpellini – altra presunta figura chiave dell’operazione “Why not” - respinge le accuse, nega di conoscere l’esistenza di una Loggia di San Marino e attende che le indagini vadano avanti per permettere al Giudice di fare chiarezza.

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