Le carte dell’inchiesta di Potenza rivelano nuovi particolari sulla vicenda che ha portato in carcere anche Vittorio Emanuele di Savoia e, in particolare, sul sospetto che a San Marino si trovino i conti sui quali sarebbero stati depositati tre milioni di euro, per gli inquirenti derivanti da operazioni illecite. Il nome di San Marino emerge, come noto, in una conversazione telefonica fra Ugo Bonazza, Rocco Migliardi e il Principe. Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’incarico di aprire i conti sammarinesi sarebbe stato affidato ad uno dei più fidi collaboratori di Vittorio Emanuele, Pier Luigi Vitalini. E’ il Vice Gran Cancelliere del Gran Magistero dell’ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, l’ordine cavalleresco di Casa Savoia e il 17 giugno del 2004 accompagna il Principe in visita sul Titano. Sarebbe stato lui, affermano i magistrati potentini, a contattare l’alto funzionario del Credito Sammarinese, Mario Amati, per aprire il conto nella banca di Domagnano. Secondo indiscrezioni il dirigente dell’istituto di credito del Titano sarebbe già stato ascoltato dai giudici della Basilicata. Non si esclude già una rogatoria sia partita all’indirizzo dei colleghi del palazzo di giustizia sammarinese, per raccogliere tutte le informazioni ritenute necessarie all’indagine.
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