Ampio risalto sui quotidiani all’inchiesta di Catanzaro che vedrebbe indagato anche il premier italiano Romano Prodi. Per il sostituto procuratore De Magistris al centro della vicenda c’è un “comitato d’affari”, trasversale ai partiti e con base a San Marino, attraverso una loggia segreta, che grazie ad amicizie altolocate italiane e un reticolo di società costituite ad hoc sarebbe riuscito a drenare centinaia di milioni di euro di finanziamenti pubblici, in particolare dell’Unione Europea, indirizzandoli nelle casse dei partiti e nelle tasche di politici e loro amici.
Sono soprattutto le utenze telefoniche quelle analizzate dagli inquirenti. A iniziare dallo scambio di telefonate tra Antonio Saladino, ex presidente compagnia delle opere Calabria e Piero Scarpellini. Le memorie delle sim e gli intrecci portano ad una utenza intestata alla società Delta impianti. Ma riconducibile – dopo diversi e successivi passaggi - al Presidente del Consiglio italiano, secondo l’accusa. Ricostruiti circolari contatti telefonici con le utenze fisse e cellulari di altri indagati, quali Franco Bonferroni, consigliere di amministrazione Finmeccanica, Antonio Saladino, Piero Scarpellini e Sandro Gozi, deputato dell’Ulivo. Avrebbero costituito insieme ad altri il comitato d’affari di San Marino, come riferito da alcuni testi.
Sempre stando al sito di Panorama, per il magistrato la Delta srl è collegabile, attraverso alcuni passaggi societari, alla Delta spa di Bologna, holding finanziaria che ha tra i suoi azionisti la Cassa di Risparmio di San Marino. La stessa che ha una partecipazione nella Nomisma, il laboratorio di idee fondato dal Professore. Un capitolo questo che non viene approfondito e sul quale l’Istituto di Credito sammarinese ha sempre ribadito la propria estraneità: “si tratta di società diverse. Hanno preso un abbaglio”.
San Marino dunque torna alla ribalta, anche se in risposta ad una interpellanza, il governo smentisce la presenza di altre logge massoniche in Territorio, al di fuori di quella già conosciuta, così come non risulta allo stato sammarinese il fatto che Piero Scarpellini sia indagato. L’imprenditore che sul Titano è a capo di una fondazione e nella società Pragmata.
Sono soprattutto le utenze telefoniche quelle analizzate dagli inquirenti. A iniziare dallo scambio di telefonate tra Antonio Saladino, ex presidente compagnia delle opere Calabria e Piero Scarpellini. Le memorie delle sim e gli intrecci portano ad una utenza intestata alla società Delta impianti. Ma riconducibile – dopo diversi e successivi passaggi - al Presidente del Consiglio italiano, secondo l’accusa. Ricostruiti circolari contatti telefonici con le utenze fisse e cellulari di altri indagati, quali Franco Bonferroni, consigliere di amministrazione Finmeccanica, Antonio Saladino, Piero Scarpellini e Sandro Gozi, deputato dell’Ulivo. Avrebbero costituito insieme ad altri il comitato d’affari di San Marino, come riferito da alcuni testi.
Sempre stando al sito di Panorama, per il magistrato la Delta srl è collegabile, attraverso alcuni passaggi societari, alla Delta spa di Bologna, holding finanziaria che ha tra i suoi azionisti la Cassa di Risparmio di San Marino. La stessa che ha una partecipazione nella Nomisma, il laboratorio di idee fondato dal Professore. Un capitolo questo che non viene approfondito e sul quale l’Istituto di Credito sammarinese ha sempre ribadito la propria estraneità: “si tratta di società diverse. Hanno preso un abbaglio”.
San Marino dunque torna alla ribalta, anche se in risposta ad una interpellanza, il governo smentisce la presenza di altre logge massoniche in Territorio, al di fuori di quella già conosciuta, così come non risulta allo stato sammarinese il fatto che Piero Scarpellini sia indagato. L’imprenditore che sul Titano è a capo di una fondazione e nella società Pragmata.
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