Neppure gli organizzatori immaginavano un tale afflusso di persone all'incontro pubblico, patrocinato dalla Giunta di Castello di Città e il contributo di quelle di Domagnano e Serravalle, sulla questione israelo-palestinese, ideato dalle ragazze e dai ragazzi che lo scorso 11 novembre avevano promosso a San Marino la manifestazione per la pace.
Il 27 maggio è la giornata della memoria, della Shoa. Perché proprio oggi questo evento? “Perché vogliamo che sia una memoria attiva e – risponde Francesca Taddei, una delle organizzatrici – che 'mai più' significhi 'mai più per nessuno'. L'obiettivo è spiegare effettivamente tutto quello che sta succedendo, sapendo che la questione israelo-palestinese è molto complessa”.
State raccogliendo le firme per chiedere a San Marino di riconoscere lo stato palestinese. Quante finora e cosa ne farete? “Pensiamo di averne raccolte indicativamente – dice Francesca Taddei – qualche centinaio. Le presenteremo al Segretario agli Esteri Beccari e al Congresso di Stato”. Oltre alla raccolta firme anche l'offerta libera a sostegno della Ong “Educaid” per progetti a Gaza, presente all'incontro con Yousef Hamdouna. Veronica Bertozzi è invece un'operatrice umanitaria, con doppia cittadinanza, italo-palestinese, appena rientrata in Italia, per ragioni di sicurezza: “Sono qui oggi a portare la mia testimonianza, di quello che sono le restrizioni dei diritti dei cittadini palestinesi per i movimenti e a livello legale. E soprattutto sono qui a portare la testimonianza della Cisgiordania, la parte palestinese che non ha Hamas, come governo, ma che nel 2023 ha avuto 507 morti civili. Questa è stata la ragione per la quale, dopo 10 anni, ho dovuto lasciare casa mia a Ramallah, per mettere in sicurezza mio figlio”.